Achille Bardelli – Negli anni novanta abbiamo affidato il nostro futuro nelle mani di una Lega che orgogliosamente sventolava gli ideali del federalismo di Spinelli Bobbio Rossi e Zampetti.

Ne fummo travolti dalla chiarezza e semplicità degli ideali e dei programmi. Il federalismo su cui avrebbe dovuto fondarsi la nascente Europa poteva ancora attecchire!

Noi semplici cittadini ci siamo ri-immersi nel nostro lavoro e nelle nostra quotidianità lasciando agli specialisti il compito di ampliate il consenso su questi valori fondanti il motivo dell’adesione.

Dopo trent’anni, grazie anche hai tempi morti impostoci dal Covid, riapriamo gli occhi e troviamo una Lega con un padrone che ha sbaraccato i nostri ideali con metodi visti nei regimi imperial-comunisti.

Anche i più apolitici ne sono scandalizzati come leggiamo in questo articolo su La Repubblica (vedi Repubblica del 19 febbraio 22 “Nostalgia e Veleni, la Lega scricchiola nella sua culla” di Emanuele Lauria e Matteo Pucciarelli).


Fortunatamente Alberto da Giussano si sta rivoltando nella tomba e sta sollecitando i fondatori a suonare a distesa le campane dei nostri villaggi per invitarci a rifiutare questo sopruso e rimettere in ordine le priorità dei nostri ideali federalisti basati su una democrazia partecipata.

Seguiamo fiduciosi il loro suono!

Achille Bardelli


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