Pier Luigi Torielli – E poi, dopo la crescita ed il benessere, arrivarono i “Compagni”… . Il famoso “Decreto Bersani”, tra l’altro, ha rivoluzionato anche il mercato energetico, smantellando il monopolio dell’energia elettrica, liberalizzando così il mercato in favore degli operatori privati.

L’obiettivo avrebbe dovuto permettere ai consumatori una maggiore scelta in base  alle condizioni offerte dai privati su un mercato libero. Per la verità qualche dubbio ci venne subito: ci pareva strano che un Governo ed un Ministro orientati molto a sinistra aprissero ai privati… .

Spiegarono che la privatizzazione serviva per attrarre capitali privati per offrire un maggior livello di concorrenzialità. Fu così che il Decreto Bersani impose  la privatizzazione dell’ENEL  consentendo l’ingresso a molti operatori privati. Uno di questi operatori era Sorgenia che entrò sul mercato acquistando quattro centrali termoelettriche ed indebitandosi di 400 milioni. Anche la politica di quel momento, orientata a sinistra, spinse in quella direzione. Infatti nel 2002 il governo Bersani concesse la privatizzazione della Interpower, oggi Tirreno Power, sulla quale i De Benedetti investirono 145 milioni e di cui Sorgenia  è rimasto socio di minoranza.

Pochi italiani però hanno presente che l’insuccesso di Sorgenia, dell’imprenditore De Benedetti, molto vicino al PD, tanto da essere indicato come “tessera numero uno del PD” in pochi anni ha accumulato debiti per 1,8  miliardi di Euro! Circa un terzo dei prestiti, pari a 665 milioni di Euro, li ha ricevuti dal Monte dei Paschi di Siena; la restante parte fu erogata da una ventina di altre banche. La sola Mps, chissà perchè, si è caricata di ben un terzo di quel fardello debitorio.

Del resto per una banca guidata per decenni da una Fondazione espressione della politica, era quasi naturale l’arma del credito come strumento di consenso e di scambio.

Quando i De Benedetti capirono l’antifona e resisi conto della irreversibile crisi, non si resero disponibili a ricapitalizzare Sorgenia come da richiesta delle banche. La grave situazione debitoria stava portando inevitabilmente al fallimento; nel 2014  il governo Renzi, attingendo al  «capacity payment», incentivo pubblico non più attuale in quel momento,  gli regalò altri 150 milioni con un Decreto a firma del V. Ministro De Vincenti. Il che spiega anche perché il quotidiano di famiglia era così benevolo col Premier.

Il tribunale di Milano dette il via libera al riassetto dell’enorme debito di Sorgenia. La società energetica evitò così il fallimento passando sotto il controllo delle banche. Alla fine il «pacco» Sorgenia è finito tutto in mano alle banche che hanno convertito l’esposizione creditizia in azioni. E Mps si è ritrovata azionista della Nuova Sorgenia con il 17% del capitale.

A pagare questa “fantastica operazione” ancora una volta sono stati i risparmiatori a cui vengono sempre sfilati i soldi dalle tasche. Sorgenia ha preso i soldi a sbafo, non li ha mai restituiti ed il debito scaricato sulle banche creditrici è ricaduto sui risparmiatori italiani. Molto facile fare gli imprenditori in questo modo!!..

Pier Luigi Torielli

Fonti: www.sorgenia.itwww.ilfoglio.itwww.ilsole24ore.comwww.scenarieconomici.it


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