
Valentina Vangelisti – Anche quest’anno in Liguria si ripresenta il fenomeno delle spiagge libere sovraffollate, specie nei week end, quando, orde di turisti “mordi e fuggi” arrivano, affrontando da temerari anche il tragitto autostradale dal sapore più di un percorso ad ostacoli che di una arteria di grande comunicazione.
Una volta arrivati inizia per essi la ricerca del parcheggio che non c’è, (pur dovendo pagare una somma salata) ed ogni volta si rischia di trovare sul parabrezza una cospicua multa anche per pochi minuti di scadenza del ticket. Con l’arrivo in spiaggia proseguono le difficoltà. Le spiagge libere liguri occupano un’area molto risicata, non sono attrezzate e quindi la grande maggioranza di coloro che vi si recano portano con sé sdraio e ombrelloni. Non solo ma da un po’ di tempo si verifica sempre più spesso il fenomeno della “presa dello spazio” con tendopoli, sotto le quali si riparano decine di persone recatesi in gruppo al mare. Sotto queste tende si ascolta musica a tutto volume, senza alcun rispetto per gli altri, si divorano cibi cotti da casa e se ne lasciano gli avanzi spesso sulla spiaggia se non addirittura si gettano ai piccioni ed ai gabbiani. Si conducono sull’arenile cani, anche di grossa taglia, si gioca a pallone ed a tennis per ore infastidendo chi cerca un po’ di tranquillità fingendo di non vedere le ordinanze dei Sindaci che lo vietano, vi si fanno stazionare bambini di pochi mesi che scriteriati genitori portano nei passeggini sotto le onde di calore che in questi giorni flagellano il nostro Paese.
In questa situazione di disordine e sovraffollamento esiste anche il fenomeno crescente dei “commercianti” abusivi che offrono le più svariate mercanzie: asciugamani, borse, collane, occhiali, orologi farlocchi, giocattoli per nulla a buon mercato.
Anche quest’anno vi sono numerose “massaggiatrici” cinesi che offrono un massaggio rilassante sotto il sole con una temperatura di 40 gradi in mezzo a centinaia di altri corpi sudati ed in più altre donne “sedicenti” parrucchiere che offrono servizi di treccine al prezzo minimo di 30/40 Euro. Puntualmente vi sono decine di madri che, in barba ad ogni elementare norma di igiene usufruiscono dei loro servigi per i rispettivi figli minori. Tutto questo perché fa “trendy”. Poi ci sono i venditori di fette di cocco, dove dietro a quello che sembra una innocente vendita del frutto, pare che ci sia un grande business della criminalità organizzata.
Tutte queste attività che fruttano molto denaro sono all’insegna di una evasione fiscale totale. Ovviamente tutto questo comporta problemi di ordine pubblico di igiene, di sicurezza. Perché non adottare invece una soluzione per cui le poche spiagge libere vengono “attrezzate”, pagando pochi Euro per noleggiare all’interno di esse sdraio ed ombrelloni? Si otterrebbe anche un controllo sul numero degli ingressi per evitare il sovraffollamento che, per fare un esempio, qualche giorno fa ha causato in una spiaggia libera di Savona una maxi rissa fra bagnanti con sei feriti e relative denunce penali. Le spiagge, come ogni altro bene pubblico infatti, devono essere normate e le Amministrazioni Locali debbono emanare direttive chiare affinchè i cittadini possano godersi giornate di relax e non di disagio e di pericolo.
Valentina Vangelisti
Fonti: Il Messaggero.it






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