Valentina Vangelisti – Il rigassificatore è un impianto che riporta un fluido, normalmente esistente in natura sotto forma di gas, dallo stato liquido a quello aeriforme. Il giorno 8 agosto scorso, sul sito della Regione Liguria, è stato pubblicato il progetto del rigassificatore da posizionare vicinissimo alla costa di Vado Ligure. E’ un’opera ritenuta molto pericolosa per il territorio che avrebbe gravi conseguenze sull’ambiente circostante, a cominciare da quello marino.


La nave adibita a rigassificatore, lunga 292,5 metri, larga 43,4 ed alta 55 (quanto un palazzo di 17 piani), si trova adesso a Piombino, fermamente rifiutata sia dagli abitanti che dagli amministratori locali; dovrebbe quindi stabilirsi in Liguria attraverso una decisione calata dall’alto, coinvolgendo anche Comuni della Valbormida e porterebbe alla rovina naturale ed economica della zona.
Si vuole così sostituire il gas della Russia che non arriva più con quello degli Stati Uniti; questa è una delle tragiche conseguenze della guerra Russia/Ucraina e delle sanzioni comminate dall’Europa alla Russia.
Pensiamo alla spesa che porterebbe questo progetto: il gas liquefatto verrebbe trasportato per mezzo di una nave-frigo fino alla nave rigassificatore, poi riscaldato in loco, fatto tornare gas ed infine distribuito sul territorio. Quindi spese per il trasporto, per i giganteschi impianti di trasformazione, spese per gestione, spese per intervento umano e meccanico per miliardi di Euro portando certamente anche ad un rincaro dei trasporti e delle bollette.
Da sottolineare che le taniche usate per lo stoccaggio del gas necessitano di essere lavate con un detergente altamente inquinante che potrebbe finire in mare causando moria di flora e della fauna marina. E se si verificasse una perdita di gas liquido? Si creerebbe a causa del suo peso una nube tossica che i venti potrebbero spostare sulla zona, che è ad alta densità abitativa, con conseguenze drammatiche.
Purtroppo non si possono escludere esempi quasi mai accaduti, ma che sono comunque nel campo delle possibilità, come guasti agli impianti, anche ai più sofisticati, o eventi naturali come incendi o tempeste di vento, mareggiate o perdite di materiale chimico. Una cosa è certa: l’inquinamento causato da questa nave che brucia circa cento tonnellate di carburante al giorno ed il ciclo di lavorazione prevede il prelievo di 18.000 metri cubi di acqua di mare ogni ora che dovrà essere sterilizzata con pura candeggina.
Vado Ligure ha già dato un suo “contributo” in termini di vite umane e di disastro ambientale con la centrale a carbone, col terminal carbonifero, con due discariche e con due stabilimenti RIR, il tutto sempre favorito dalle amministrazioni.
Il potere centrale e la Regione hanno però deciso, senza pensare a consultare la popolazione così già pesantemente colpita, di attuare il progetto (nel pieno delle vacanze agostane!) che contrasta contro ogni regola di accordi UE sulla transizione verde. Nei giorni scorsi il Governatore della Liguria ha bacchettato il Sindaco di Savona accusandolo di essere contro il rilancio economico del Savonese.
Noi, Alfieri dei Popoli, condividiamo invece il timore e l’indignazione espresse dai cittadini su questo progetto che porterebbe alla rovina del territorio in quanto incompatibile con l’ambiente e della salute di chi vi abita, limitando fortemente anche una fonte importante come il turismo, su cui la Liguria basa la sua economia.
Valentina Vangelisti





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