Valentina Vangelisti – Lo schema “Ponzi” è un sistema economico di investimento piramidale famoso in tutto il mondo che risale agli anni ’30, creato dall’omonimo ideatore ed ha la caratteristica di essere uno schema di vendita truffaldino. Esso garantisce a chi entra in questo meccanismo, versando somme di denaro, che avrà guadagni molto grandi in tempi molto rapidi, a patto che egli porti nuovi investitori.

Molte persone, non accontentandosi degli interessi che possono offrire gli Istituti di Credito, si lasciano così attrarre da un investimento economico “innovativo” che darà frutti meravigliosi in tempi brevi. Dello schema Ponzi fanno parte gli odierni “Multilevel Marketing”.

Da un promotore, che può essere persona fisica o società, vengono avvicinati i primi clienti ai quali viene promesso a fronte di un investimento in denaro, una rendita molto superiore ai livelli di mercato (es. 1% o 1,50% al mese).

Fase 1 – L’operazione viene illustrata con termini molto complessi e tecnici per gettare fumo negli occhi, fornendo anche testimonianze di finti collaboratori, rafforzando il tutto con l’uso dei social.

Fase 2 – La somma di ingresso versata dai primi, viene loro restituita su richiesta con quei  favolosi interessi promessi, in tempi brevi allo scopo di rivestire il meccanismo del crisma della veridicità.

Fase 3 – attraverso il passa parola, creato spesso fra amici e famigliari, i nuovi investitori, ingolositi dalla possibilità di ottenere somme ingenti, vengono attirati in questo sistema, assicurando così la circolazione di somme sempre più grandi e vengono incitati a continuare la loro opera di proselitismo per fare lievitare i loro guadagni.

Fase 4 – Nella rete sono finite ormai un grande numero di persone e quando esse chiederanno la restituzione dei loro soldi, il promotore sarà ormai lontano con il malloppo.

I “Multilevel Marketing” ovvero “sistemi piramidali di vendita” sono frodi finanziarie punite dalla Legge Italiana e precisamente dall’Art. 5 L. 17/8/2005, n. 173. “Sono vietate la promozione e la realizzazione di attività e di strutture di vendita nelle quali l’incentivo economico primario dei componenti la struttura si fonda sul mero reclutamento di nuovi soggetti……” e tale attività è punita con l’arresto da sei mesi ad un anno e con l’ammenda da 100.000 a 600.000 Euro.

Facciamo una riflessione: se ci troviamo di fronte ad un soggetto che ci promette alti interessi rispetto a quelli praticati dagli Istituti di Credito, investendo del denaro senza rischi e alla presenza nell’ “affare” di un crescente numero di “investitori” in assenza di una attività imprenditoriale vera e propria, dobbiamo sospettare che abbiamo a che fare con qualcosa di simile allo schema “Ponzi”. Un caso clamoroso accaduto di recente, conclusosi drammaticamente per gli investitori con la crisi del 2008, è stato quello ideato da Bernard Madoff, che giunse ai vertici di Wall Street, raccogliendo oltre 64 miliardi di dollari. La crisi indusse gli investitori a chiedere in massa la restituzione del denaro che gli avevano affidato.

Madoff non fu in grado di restituirlo perché avendo adottato uno “Schema Ponzi”, il denaro dei nuovi sottoscrittori era servito a pagare gli interessi di chi aveva in precedenza sottoscritto. Tutto si reggeva su una fragile “Catena di S. Antonio”. Ovviamente la maggior parte del denaro era stato fatto sparire. Ogni giorno ci arrivano proposte di guadagni facili via web o per telefono; chi cade nella trappola perde i propri soldi. L’avidità può a volte accecare le persone, togliendo loro la lucidità per capire che questo tipo di promesse sono troppo belle per essere vere.

Valentina Vangelisti Fonti: Wikipedia


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