Valentina Valgelisti – C’era una volta… E vissero felici e contenti… Quante volte l’infanzia si è addormentata alla pronuncia di queste frasi!


Le fiabe hanno accompagnato i primi anni di vita dei bimbi in tutto il mondo; oggi sembra che anche per essi sia ormai arrivata la fine, soppiantata dai “mostri” creati dalle TV e dai computer, “baby sitter” designate da genitori che hanno sempre meno tempo da dedicare ai figli.
I bambini passano troppe ore utilizzando nuovi dispositivi tecnologici già dal primo anno di vita e ciò porta ad iperattività, disturbi dell’umore e del sonno e quello che è più grave al loro allontanamento dai rapporti sociali.
Spesso sono causa di depressioni importanti, comportamenti problematici e della immedesimazione del bambino nei personaggi che popolano il mondo virtuale; egli con un solo strumento può giocare, leggere, scrivere, disegnare, chattare.
Potrebbe addirittura non staccarsi mai dallo schermo, ed è purtroppo ciò che in casi estremi accade e che porta ad una vera e propria patologia facendo abbandonare progressivamente attività scolastiche e relazioni famigliari ed amicali (eremiti digitali).
Ovviamente non si possono tenere i bimbi lontani dalla tecnologia (sarebbe un tornare indietro), ma si deve dar loro la possibilità di lavorare con la fantasia che possono trovare nelle fiabe, aiutandoli così a non assorbire le cattive informazioni e la violenza che troppe volte arrivano dagli schermi.
Senza demonizzare, si deve evitare la loro dipendenza e contrastare i modelli violenti che vengono loro mostrati, la solitudine a cui li condanna l’uso smodato del video, l’impoverimento del linguaggio e della fantasia.
Attraverso la narrazione delle fiabe che esistono da sempre, si possono dare loro immagini di Eroi positivi che escono da soli nel mondo e lo affrontano con fiducia in se stessi, figure comprensibili per il bambino e spesso non coincidenti con la realtà.
Piante che si animano, fiori che parlano, asini che volano, gatti con gli stivali, case con gli occhi; tutto questo parla un linguaggio che raggiunge in profondità i piccoli ascoltatori che sbarrano gli occhi nel sentire queste meraviglie.
Le fiabe rivelano una possibilità di lettura adulta oltre a quella infantile; pochi si ricordano di essere stati bambini, ma leggerle ai propri figli fa ricordare che tutti siamo stati piccoli e che esse non devono essere relegate nel mondo dell’infanzia ma riscoperte dall’adulto disincantato dalla quotidianità.
Oggi, ancor più che nel passato, i genitori, sempre troppo occupati, potrebbero, raccontando le fiabe ai figli, offrire loro, oltre ad un momento di affetto, la molla della immaginazione, essenziale per formare l’adulto.
Ed in più avrebbero una ottima occasione per godere di una situazione fatta di intimità e di distensione che in questi tempi è difficile raggiungere.
Valentina Vangelisti






Lascia un commento