Valentina Vangelisti – Gli orti urbani sono diventati un fenomeno di costume, una vera e propria tendenza, simbolo di una nuova urbanistica e che portano grande attenzione ai territori che, troppe volte sono stati trascurati, se non abbandonati.

In pochi anni il numero degli orti urbani si è triplicato e, secondo noi, questa è un’ottima cosa, che sta ad indicare che ci stiamo avviando verso un nuovo stile di vita nei confronti degli spazi verdi. Il cittadino, gestendo tale orticello, protegge e valorizza uno spazio verde all’interno del territorio dove egli vive, togliendolo dall’abbandono e molte volte dalle mire della speculazione edilizia.
Tutti noi ne possiamo avere uno: la prima tappa è informarsi presso il Comune per conoscere se vi siano aree disponibili a tale scopo; queste aree vengono concesse attraverso un apposito bando e dietro pagamento di un affitto poco più che simbolico.
Certi Comuni, specie in territori difficili, si affidano proprio agli orti urbani come strumento per combattere il degrado di certe periferie, facilitandone così la riqualificazione. La presenza di una simile area in una città porta a dei vantaggi rilevanti: la riscoperta della terra, la collaborazione fra cittadini e agricoltori, la sensibilizzazione di una città più “green”, la produzione di alimenti senza uso di sostanze nocive.
Vi sono una serie di benefici derivanti dalla presenza degli orti urbani: la voglia di stare all’aria aperta, di combattere la solitudine tipica delle città, la gioia di veder crescere davanti ai propri occhi piante e ortaggi coltivati da se stessi. Bastano poche decine di metri quadrati per produrre verdura per una persona per un anno con infinita soddisfazione di trovare nel piatto alimenti “accuditi” con le proprie mani.
Innegabile è anche un altro aspetto: l’orto urbano è uno spazio da cui si può iniziare una minuscola attività economicamente vantaggiosa che può aiutare il bilancio della famiglia.
Nelle principali città italiane in soli cinque anni c’è stata una crescita del 37% di questi piccoli appezzamenti così coltivati; ci chiediamo quali sono i motivi che inducono le persone che vivono in condomini di città a coltivare la terra. Sicuramente la voglia di mangiare prodotti sani e di trascorrere del tempo a stretto contatto della natura. Credendo fermamente nella necessità di una grande attenzione per l’ambiente, ci auguriamo che la diffusione degli orti urbani abbia sempre più successo e che il loro numero aumenti.
Valentina Vangelisti






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