Valentina Vangelisti – Abbiamo mai pensato di conversare con il gatto? Oppure di chiedere ad un cane come sta? Cosa vorremmo chiedere ad una balena? In futuro quello che può apparire fantascienza potrebbe diventare una realtà: saremo in grado di “parlare” con insetti o uccelli?

Il mondo della scienza, grazie all’uso di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, si pone sempre più spesso queste domande. Un esempio molto interessante è il progetto “Cetacean Translation Initiative” che punta a capire le voce dei Capodogli. Questi grandi cetacei erano stati in gran parte sterminati ed oggi, grazie a politiche di protezione dei mari, sono in numero notevole e grazie alla bioacustica si conoscono dettagli sul loro modo di comunicare e ciò contribuisce ulteriormente alla loro protezione.

Sono in corso numerose ricerche sui pipistrelli e sugli uccelli, usando registratori molto piccoli che ottengono suoni e vocalizzi emessi da loro, che attraverso gli algoritmi della intelligenza artificiale, codificano per l’uomo nuove informazioni su come queste specie animali “parlano”.

Anche le api “parlano” con piccoli movimenti che grazie agli algoritmi noi possiamo già decodificare. E’ stato infatti creato un minuscolo robot che entra nell’alveare e, parlando il linguaggio del corpo delle api, si relaziona con esse, ad esempio comunicando loro di fermarsi o di volare.

Esistono progetti anche su animali domestici che analizzano le loro espressioni, con l’obiettivo proprio di decodificare la loro comunicazione e comprendere come sia cambiato il loro modo di esprimersi vivendo vicino all’uomo.

Così i comportamenti dei nostri amici a quattro zampe vengono studiati dall’intelligenza artificiale anche per individuare i segnali di dolore, per scoprire nuove cure e politiche di benessere per migliorarne la qualità della vita. Gli scienziati sostengono che fra non più di vent’anni potremo arrivare a dialogare con molti animali e potremo cogliere uno stupefacente paesaggio sonoro fatto di conversazioni tra uccelli, elefanti, balene e piante. Noi pensiamo che, più che fare domande alle altre specie, se la tecnologia ce lo permetterà, impareremo davvero ad ascoltarle e ad avere con loro una relazione di Rispetto e di Amore.

Valentina Vangelisti

Fonti: Wisesociety.it


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