Nelly Gastaldelli – Sono tanti i profumi che mi riportano al passato a ricordare i nonni d’ America, il mio papà, viaggiatore del mondo, la casa in cui sono nata.




La scienza si è spinta a definire la primavera come “la stagione che conferisce un maggior benessere psicologico a chi nasce in questo periodo”. Il gelsomino posto sotto il balcone, invade con il suo afrore la mia casa, il prato si ammanta di margherite e vari tipi di uccelli tornano sugli alberi da frutto. Tutto è pronto: la natura lascia il letargo invernale e apre la più bella stagione dell’anno, sento il profumo dei fiori e, ad ognuno abbino un ricordo.
Il gelsomino mi riporta alla mente la casa dei nonni Sante e Faustina, la lonicera mi rimanda alla mia primissima infanzia, quando papà aveva costruito una pergola da cui pendeva questo rampicante dal profumo incantevole.
L’olfatto risveglia in me tante sensazioni, e anche le persone, con i loro odori, condizionano il mio desiderio di conoscerle o meno.
Gli esperti dicono che i profumi vadano direttamente in due aree del nostro cervello: l’amigdala e l’ippocampo. E sono proprio queste le aree dedicate alle emozioni e ai ricordi. Le associazioni olfatto – cervello provocano una di queste sei reazioni: benessere, sensualità, disgusto, comfort, vitalità e nostalgia.
Credo sia proprio vero.





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