Cap.12 le altre puntate sono pubblicate in questo blog nella categoria Racconti brevi


Lucio Matania – Andropov aveva ingrandito i quadranti relativi alla squadra. Quando erano operativi avevano l’ordine di applicare i microtelefonini al supporto in corrispondenza del taschino destro del giubbotto, in modo che si potesse vedere e sentire in diretta.
Wilma aveva voluto assistere alla strage e al rapimento al negozio, e ora voleva godersi l’assalto al covo del “solitario”.
– “Connettimi con Edo”
Andropov puntò il telecomando sull’87, cliccò e il quadrante passò da un azzurrino tenue a un verde brillante.
– “Il cellulare è in funzione. È nel covo. Si trova sul tavolo. Andate”
Edo scosse la testa: – “Volentieri ma non possiamo adesso. Abbiamo gli ostaggi nel furgone e abbiamo appena fatto fuori una pattuglia di poliziotti. Tra pochi istanti la città sarà sicuramente blindata. Siamo già in periferia ma dobbiamo allontanarci più in fretta possibile”.
La voce di Wilma si fece stizzita “Siete vicinissimi al covo. Ci metterete pochissimo” – “Quello stronzo è un serpente velenoso,
è un condominio pieno di appartamenti, se ci sfugge potrebbe farsi scudo con degli ostaggi, potrebbe ingaggiare un conflitto a fuoco, ha un arsenale e esplosivo. Qui va pianificato bene prima di agire”.
La voce di Wilma si fece stridula: – “Siete in cinque, assaltate il covo!”.
– “Siamo solo in tre, l’autista deve aspettarci alla guida e la femmina deve rimanere dentro con gli ostaggi”.
La voce di Wilma somigliò a un sibilo: – “Ti stai rifiutando?”
Erano andati al covo. Avevano buttato giù la porta. Non c’era nessuno. Il telefonino in soggiorno sul tavolo. Avevano cominciato una perquisizione quando sentirono Wilma urlare: “Scendete immediatamente, è al furgone!”.
Si precipitarono in strada, ma il furgone non c’era più. Sull’asfalto l’autista, con un foro di proiettile nella tempia.
Continua





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