Nelly Gastaldelli – Da alcuni anni, per il mio compleanno, nel mese di novembre, mi viene proposto come regalo, una vacanza a mia scelta. Era il 2017 e ho fatto una richiesta molto azzardata: desideravo andare in Argentina, paese che non ho più visto dal 1962. Il mio desiderio, dopo una accurata considerazione,  è stato ben accolto ed in men che non si dica, ho prenotato i biglietti del volo aereo e da quel giorno, la mia testa era già in vacanza. Il tempo d’attesa per la partenza lo trascorsi a pianificare il viaggio per visitare tutte quelle località a cui ero legata, essendo nata in quel paese.  

Arrivò il giorno della partenza. Giunti all’ aereoporto di  Buenos Aires, ad accoglierci c’era Carlo, un nipote della mamma.  La prima tappa, è stato un tour della capitale con visita agli innumerevoli palazzi storici  e teatri. Poi una sosta a  la Boca, pittoresco rione con case colorate dove abbiamo assistito ad uno spettacolo di Tango Argentino e  dove ho potuto ballare con un grande maestro e ballerino di tango, impresa memorabile che ho raccontato alle mie amiche tanguere al rientro in Italia. Non potevano naturalmente mancare gli assaggi delle specialità culinarie del posto, l’asado, carne di manzo “alla parrilla” (alla griglia). Trascorremmo 4 giorni nella brullicante capitale. Per festeggiare  il mio compleanno si era programmato di andare a Mar del Plata, località balneare,  in cui con mamma e papà avevamo trascorso una vacanza bellissima. In un lussuoso ristorante vista mare, scelto da zio Carlo, si cenò, si brindò e si cantò “que lo cumpla feliz”…

L’ indomani bisognava riprendere il viaggio. Ci aspettava  un lungo tragitto  in auto.  Era sempre il cugino Carlo alla guida del suo Subaru,  a velocità incontrollabile e con il cellulare in mano, solcava le strade con maestria come un provetto autista (lui vuole mantenere il ritmo di un quarantenne ma di anni ne ha ottanta). Si dovevano percorrere 1.100 km, tutti in  unica tratta, a me sembrava  un’ ardua impresa un viaggio così lungo tutto in una giornata,  invece per gli argentini sono un nonnulla poichè abituati alla vastità del territorio. La pampa è proprio sconfinata ed interminabile: grandi distese di campi  in cui vedi solo innumerevoli bovini al pascolo. Il viaggio si concluse a S. Nicolas, la mia città natìa,  la prima trappa, ricerca della casa in cui  ho vissuto con la mia famiglia fino al giorno in cui papà decise di rientrare in Italia.

Seguirono giornate cariche di impegni e piene di ricordi come la visita ai miei cugini Irma e Omar, cugini con cui ho condiviso la mia  infanzia tra giochi, litigi, abbracci, pianti e risate. Riabbracciarli dopo 55 anni è stata un emozione con lacrime. Non ho più dimenticato questo meraviglioso viaggio, credo sia stato il regalo di compleanno più bello che io abbia ricevuto.


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