Barbara Andreis – Santarcangelo di Romagna – Mutonia è un luogo fantastico, un villaggio artistico, ai “confini della realtà”, a Santarcangelo di Romagna in provincia di Rimini. E’ stata fondata da geniali artisti, pittori, scultori e musicisti, i “mutoid”, invitati dal comune di Santarcangelo, nel 1990, per partecipare al festival dei teatri e fare una performance in una vecchia cava abbandonata, lungo il fiume Marecchia, dove vivono ancora oggi.










Questi artisti visionari fanno parte della “Mutoid Waste Company” che nasce a Londra fra il 1986-87. Nel 1989 lasciano l’Inghilterra e iniziano una tournèe che tocca le più importanti capitali europee. La compagnia comprende un gruppo di persone legate da un’esperienza post-punk, caratterizzate da un grande senso di libertà e soprattutto da un forte dissenso per la società consumistica. La loro idea è quella di ridare una seconda vita ai rifiuti urbani, ribaltando la logica delle produzioni di massa. I materiali di rifiuto inorganici come gomma, plastica, ferro, rame e alluminio, nelle loro mani, diventano opere d’arte. Con varie tecniche di assemblaggio e saldatura, questi oggetti morti, un misto di ferro ruggine e colore, riprendono vita e si trasformano in installazioni spettacolari, mostri alieni e fantasiose macchine motorizzate che lanciano fiamme.
Usano anche vecchi mezzi di trasporto come camion del circo, autovetture ma anche container, carrozze del treno, lavatrici, frigoriferi, cabine telefoniche e pezzi vari, trasformando tutto ciò, in opere uniche nel loro genere.
Entrando a Mutonia l’emozione è fortissima. E’ un luogo magico, un ambiente in perfetta comunione con la natura. Si respira aria di arte e libertà. La sensazione è quella di essere sul set di un film fantastico, Mutonia potrebbe essere la “mad max” della Romagna. La comunità dei Mutoid opera nel rispetto dell’ambiente, promuovendo in un laboratorio creativo, una vera e propria cultura del riuso, avvalendosi di “artigiani” innovativi che alimentano una pacifica rivoluzione culturale. La loro arte è originale, travolgente, vitale. I Mutoid, sono stati insigniti dal comune con “l’Arcangelo d’oro” il massimo riconoscimento per i cittadini di Santarcangelo.
Una delle ultime sculture realizzate è l’imponente gallo romagnolo, che con la sua bellissima cresta rossa, svetta al centro di una rotonda non lontana dal casello autostradale. Il gallo, simbolo della Romagna e sinonimo di fierezza, di libertà e indipendenza, è alto circa quattro metri, realizzato interamente con materiale di recupero dall’artista Nikki “Rifiutile” Rodgerson. Per la scultura sono stati utilizzati pezzi provenienti da vecchie attrezzature agricole che evidenziano, oltre al talento dell’artista, il legame fra tradizione agricola e modernità, con uno sguardo importante al futuro e alla sostenibilità. Il gallo stringe con la zampa la “caveja” che nella tradizione contadina era il perno che fissato nel timone del carro, teneva fermo il giogo (strumento di legno per l’attacco dei buoi da tiro), per non farlo scivolare indietro. E’ fissato al suolo con una struttura portante in acciaio.
Oggi Mutonia è al centro di una “guerra legale” per la sopravvivenza. Infatti per i giudici del Consiglio di Stato, le opere dei Mutoid possono restare a Santarcangelo ma le loro case no. Le case costruite con vecchie roulotte e camion in disuso, sono abusive e violano le norme urbanistiche, ed essendo inoltre vicino al fiume, sono sottoposte a vincoli idrogeologici e per tanto vanno demolite. Nonostante le ordinanze che vorrebbero allontanare la comunità dal territorio santarcangiolese, i cittadini danno un forte sostegno a questi artisti, che vivono a Santarcangelo da trentacinque anni. Nel 1914 il parco viene riconosciuto dalla sopraintendenza, come bene cittadino.
Può essere visitato e dista solo due km dal centro.
Nonostante il destino di questa comunità sia appeso ad un filo, i Mutoid riescono a tenere accesa la fiamma dell’arte, difendendola con i loro “mostri buoni” e con la convinzione che la fantasia, possa creare mondi infiniti e migliori. Albert Einstein scriveva “uno dei motivi più forti che conducono gli uomini all’arte e alla scienza è la fuga dalla vita quotidiana, con la sua dolorosa crudezza e la tetra mancanza di speranza, data dalla schiavitù dei propri desideri sempre mutevoli”. Credo proprio che questa affermazione, oggi sia più che mai attuale. Difendiamo l’arte, in tutte le sue forme!






Lascia un commento