Luciano Pighi – Avvenne nel mio salone da Parruchiere che Nadia, un’amica d’infanzia, mi confidò di sentirsi un po’ trascurata da me. Notava che l’atteggiamento nei confronti di altre signore era molto più accogliente , e che con lei invece ero sbrigativo e senza tutti quei  “SALAMELECCHI CHE TE GHÈ CON LE ALTRE”. Non me lo avesse mai detto!  Sapevo che aveva ragione, ma da quel giorno, in sua presenza, provavo un “sadico” divertimento nell’accentuare i ” SALAMELECCHI ” e osservare il suo nervosismo mentre lo facevo. Girava  rumorosamente la pagina del rotocalco che stava leggendo, la gamba accavallata dondolava con maggiore velocità ed il suo sguardo, mentre mi fissava, era quasi “INFEROCITO “.  La situazione si protrasse per un lungo periodo, tanto da diventare quasi un gioco delle parti, un pò subìto da parte di Nadia.

Arrivò comunque il giorno della vendetta, che le servii ahimè su di un piatto d’argento. C’erano tutte clienti nei confronti delle quali nutrivo rispetto se non addirittura “deferenza” . Amavo apparire simpatico e raccontai quello che mi accadde nello scompartimento di un treno. Davanti a me era seduto, tra altre persone, un signore francese molto distinto,  il quale mise tutti in imbarazzo perché, accavallando una gamba emise un… prrrrrr con il deretano Senza minimamente scomporsi e continuando a leggere il giornale disse “pardon”. Quì osai quello che mai avrei dovuto. Volevo mettere Nadia in imbarazzo, non immaginando che avrebbe fatto uscire la parte peggiore di sè, le chiesi: ma tu Nadia come ti saresti comportata in quella circostanza? Guardandomi diritto negli occhi, pregustando il sapore della vendetta e del mancamento che quasi mi provocò , emise questa frase:  GHE N’AVARÈA TIRÀ UN’ALTRA!


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