


Elena Miglioli – Come se il Mare, separandosi, / svelasse un altro Mare – questo, un altro – / e i tre solo il Presagio fossero / di un infinito di Mari / non visitati da Riva – / e il Mare stesso al Mare fosse riva – / questo – è l’Eternità –
Nel suo libro “Io sono nessuno. Vita e poesia di Emily Dickinson (Elliot)”, Silvio Raffo tocca l’anima della poetessa americana e la fa toccare a chi lo legge. Quell’anima che anela ogni istante all’eternità, sentita come una vicina di casa: “Sola non posso essere: mi visitano gli Ospiti – compagni inafferrabili, che eludono la chiave”.
L’autore – il maggior conoscitore e traduttore dell’opera della Dickinson in Italia, poeta, drammaturgo, romanziere, saggista – ci accompagna con amorevole grazia e potenza descrittiva a un tempo nelle dimore e nei prati della “regina”, della “sposa promessa” della poesia. Ci fa galleggiare sui suoi pensieri, sulle giornate dagli orizzonti ampi, disseminate di voci umane o provenienti da altri mondi. Come se Emily fosse un’amica, una sorella per noi che a poco a poco la scopriamo.
Attraverso lettere e versi, lo sguardo acuto e sapiente di Silvio Raffo ci fa conoscere i luoghi e i personaggi – familiari, guide, amicizie, amori sfiorati – che hanno contribuito a fare grande la poetessa, a tratteggiarne la personalità complessa e misteriosa. A delinearne l’identità di creatura divina, che si risolve a sacrificare un compimento terreno, almeno come moglie e madre (“Cosa potrebbe essere una Casa/ – almeno l’ho capito – quanto estranea/ sarei stata da quei dolci Legami – /imbarazzata all’Inno che si canta), in nome di un infinito altrove che tutti attende, a cui approdare navigando gli inquieti e inquietanti “Mari” della poesia.
Cosa solenne – io dissi – essere Donna nella veste bianca – e indossare – se Dio mi trova degna – il suo puro mistero / Trepida cosa gettare una vita / dentro il pozzo purpureo – peso troppo leggero – per riemergere / da qui all’Eternità.
La stessa eternità intravista da Emily anche nel quotidiano, nella “Vasta Natura” che la circonda con “alberi in terra solitaria, senza Disegno”, “dolci Montagne”, campi, animali, fiori. Nelle stanze fisiche e immaginarie in cui la poetessa sosta, si disegna così un destino sempre più chiaro: “Penso che in Cielo forse troveremo compenso – qualche nuova Equazione sarà offerta”.
Con inconfondibili accenti lirici che lasciano un’eco lunga nel nostro intimo, siamo invitati a perdere noi stessi per trovare la verità di ciò che siamo e da qui accedere, forse, alle verità ultime dell’esistenza.
Io sono Nessuno – e tu chi sei? / Sei nessuno anche tu? / Allora siamo in due – non dirlo, / potrebbero spargere la voce!
Com’è pesante essere Qualcuno! / Così volgare – come una rana / che gracida il tuo nome tutto Giugno / ad un Pantano in estasi di lei!
Fra le pagine di questo volume, si ha l’impressione di avere incontrato l’insondabile Emily Dickinson di persona.






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