Lucio Matania – “FUORI! FUORI! TORNA A CASA E TI RIPRESENTI COL QUADERNO!” Era questa la sgridata a squarciagola che rimbombava nella sala d’attesa dello studio medico adiacente all’appartamento, dove mio padre Luciano esercitava, additando il colpevole al pubblico ludibrio. Tutti gli altri pazienti di solito ricontrollavano immediatamente se pure loro se l’erano scordato. Mio padre, 110 e lode con 6 specializzazioni, aveva deciso di fare il “dottore di famiglia” a Milano nel quartiere popolare “Garibaldi” degli anni ’70.

Aveva solo 267 pazienti (confronto alle migliaia dei suoi colleghi, perché erano pagati a paziente, più ne avevi e più guadagnavi) , ma lui sosteneva che i pazienti andavano visitati con cura.

Il famigerato quaderno nero lo dava a ogni paziente dopo la prima visita, accuratissima, lunghissima, che durava ore. Se il paziente era analfabeta, o con una scrittura illeggibile, lo compilava lui stesso. C’era la data della visita, il nome del paziente e tutti i suoi dati anagrafici. L’anamnesi, le patologie sue e dei suoi familiari, la diagnosi, la pressione, le medicine da prendere, gli esami da fare, gli approfondimenti e la cura, la dieta e il movimento minimo da fare per stare in forma. Poi ti scriveva l’appuntamento per la prossima visita di controllo. Avevi l’obligo di portarlo ogni volta. Quando non era in studio a lavorare, era sempre in giro per le visite a domicilio.

Anche quando era vecchio e malato andava a visitare ai piani superiori delle case di ringhiera senza ascensore. Aveva moltissimi pazienti anziani e malati, loro non sapevano come sdebitarsi peché non accettava mai denaro, per cui era sempre invitato a pranzo. Era adorato, tutti gli volevano bene e in casa non c’era mai. Quelle poche volte che l’ho visto di persona a casa stava leggendo, o camminava per corso Garibaldi circondato da persone che lo invitavano al bar per bere un “rosso”.

Anche a me aveva dato il quaderno, ma io l’avevo mandato a quel paese. Adesso mi pento e quasi mi viene da ridere al ricordo, ma allora ero arrabbiatissimo con lui.


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