Nelly Gastaldelli – L’antico Lavatoio di Ponti sul Mincio, costruito nel 1930 e ristrutturato nel 2016, è stato recentemente teatro della presentazione del libro di Alessio Bassi “L’Osteria dela Sposeta”. Nel suo libro si alternano foto, poesie  e ricette della tradizione veronese anche con colorite espressioni dialettali. Durante  la presentazione ha l’autore ha raccontato la storia, gli aneddoti, le ricette legate alla tradizione della sua famiglia che, per anni, dai tempi della nonna “sposeta”, ha gestito l’omonima osteria nell’antico borgo di Avesa, sopra la città di Verona.

La passione per l’arte culinaria gli è stata tramandata  proprio dalla “sposeta” così chiamata per la sua minuta corporatura, e a lei si ispirò  quando decise di diventare un bravo cuoco “cogo Lavandar”, amante delle proprie radici e della storia della comunità povera d’altri tempi, dove la tecnologia non la faceva da padrone e lo spreco non veniva nemmeno considerato.

In occasione della presentazione del suo libro, ha puntualizzato che i piatti della tradizione veronese, così come il dialetto, fanno parte degli usi e costumi della comunità in cui nascono e ne rappresentano le origini, la storia e l’identità: «Mi impegno nel tramandare e divulgare alle nuove generazioni l’amore per la nostra cucina e la nostra comunità, un invito a non dimenticare chi siamo e da dove proveniamo».

Al termine, Alessio Bassi ha voluto passare a fatti concreti invitando i partecipanti a una degustazione presso la “Sala delle Colonne”,  location situata in un antico edificio ristrutturato, eretto vicino alla piazza centrale di Ponti sul Mincio, attualmente sede dell’associazione culturale “Il Castello”. Qui vengono organizzate serate culturali, talvolta, appunto, a tema enogastronomico, rivolte alla valorizzazione dei prodotti locali recuperati attraverso antiche ricette medioevali.
In questa magnifica cornice tutti hanno potuto assaggiare uno dei piatti più tipici della cucina di Avesa: “La polenta di riso” accompagnata da fagioli affogati in un sughetto rosso e cubetti di  salsiccia arrosto.

Ponti sul Mincio ed Avesa, il paese d’ origine del “Cogo Lavandar”,  sono accomunati dalla presenza di lavatoi unici e singolari, presso i quali le massaie vanno tuttora a lavare i panni, rigorosamente con sapone di Marsiglia,  quindi perché non condividere anche il piacere delle pietanze locali particolarmente singolari?

Ad allietare la  curiosa, golosa e particolare serata, sono intervenute anche due gentili ospiti: Marisa e Liviana, che con i loro intermezzi poetici, hanno saputo creare il collegamento tra questi due mondi, il lavatoio di Ponti sul Mincio e il lavatoio di Avesa.

Al termine non è mancato un elogio con ringraziamenti all’Amministrazione di Ponti sul Mincio sempre disponibile per manifestazioni che valorizzano il pittoresco paese.
Un singolare ringraziamento è andato alla signora Rita, che in qualità di Presidente dell’ Associazione si è prodigata ancora una volta a valorizzare il paese di Ponti sul Mincio.

Un approfondimento sull’origine dell’antico lavatoio di Ponti sul Mincio rivela: “Il terreno su cui sorge l’ antico Lavatoio di Ponti sul Mincio fu donato al Comune dalla Contessa Matilde Viganò d’Emilia. I lavori vennero realizzati nel 1930 su progetto dell’ ingegnere Silvio Brugnoli che prevedeva un lavatoio diviso in tre vasche: due piccole per il lavaggio dei panni ed una più ampia per il risciacquo. La costruzione venne realizzata in calcestruzzo, eccetto i profili delle vasche che sono in pietra viva di S. Ambrogio di Valpolicella.
Nel gennaio del 1932 il lavatoio pubblico venne ufficialmente inaugurato. La funzionalità di tale struttura è resa possibile dal fatto che il territorio di Ponti sul Mincio è particolarmente ricco di risorsorgive, il terreno a sud infatti è occupato in profondità, da una massa di argilla impermeabile che obbliga le acque sotterranee a riemergere in superficie. L’ acqua risorgiva che rifornisce il lavatoio ha una temperatura costante d ‘estate e d’ inverno, compresa tra 13 e 14 gradi. L’ acqua non è potabile, essa fuoriesce infine da uno scarico e termina nel fosso Dugale per poi gettarsi nel corso d’acqua del Redone e poi nel fiume Mincio. Nel 2016 l’antico Lavatoio è stato oggetto di ristrutturazione da parte del Comune di Ponti sul Mincio. Oggi è ancora spesso utilizzato dalle donne del paese che mantengono viva la tradizione continuando a lavare panni e tappeti in questo angolo di Storia locale”.



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