Nelly Gastaldelli – Quando si vive in zona turistica, in estate o durante i ponti festivi, i turisti incombono sui residenti che evitano, se hanno la fortuna di non abitare nel centro storico, di frequentarlo.

Alla definizione overtourism equivale: “Turismo eccessivo situazione in cui una destinazione riceve un numero di visitatori superiore alla sua capacità di carico sostenibile, causando impatti negativi sull’ambiente, sulle infrastrutture e sulla qualità della vita dei residenti. Questo fenomeno, nato con l’esplosione del turismo low cost e i social media, porta a sovraffollamento, aumento dei costi, degrado dei siti, fuga dei residenti e pressione sulle risorse naturali e culturali”.

Potrebbe essere motivo, per cui alcune persone, vogliono tornare a vivere in campagna per assaporare la serenità che essa, da sempre rappresenta, per i silenzi e la  tranquillità,  per il contatto con i ritmi della terra, per la possibilità di poter respirare aria che odora di verde mentre si ode il rumore dell’acqua che scorre nel fiumiciattolo vicino.

Non di meno può nascere il desiderio  di volersi allontanare dal frenetico modo di vivere della città e delle località di vacanza causa  attualmente, dai costi abitativi e degli affitti molto elevati.

L’ enorme affluire  di visitatori  può mettere a rischio le tradizioni,  il patrimonio artistico e culturale oltreché la vita quotidiana di chi vive e vi abita tutto l’ anno obbligato  a tollerare quotidiamente  lo stress da traffico eccessivo e da mancato rispetto di regole primordiali per il quieto vivere in comunità.

È  pur vero che voler tornare ad una vita fatta di tranquillità come quella della campagna può far correre il rischio dell’ isolamento ma ci sono dei momenti in cui il bisogno di serenità supera ogni difficoltà.


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