Nelly Gastaldelli – Dalle case di campagna alle pasticcerie veronesi: il risino di Verona troneggia nella sua semplicità.

Nella città di Giulietta e Romeo, la città dell’ amore: Verona, oltre al pandoro, al nadalin, alla torta russa c’è un altro dolce tipico, una piccola tortina di pasta frolla ripiena con una crema di riso Vialone Nano: il risino di Verona.

Nel secondo dopoguerra era un dolcetto tipico delle campagne veronesi dove si coltivava in abbondanza il riso e dove non si buttava via nulla di ciò che avanzava in cucina.

Attualmente la forma più diffusa che oggi si trova nelle pasticcerie veronesi è quella rotonda ma in origine era ovale con bordi rialzati per voler imitare la forma del grande anfiteatro veronese: l’ Arena di Verona, monumento simbolo della città.
Tuttavia è possibile trovare questa dolceria anche a forma di torta ma non può essere chiamata “risino”.

La ricetta è costituita da una pasta frolla con un ripieno aromatico di crema di riso (latte, riso Vialone Nano, zucchero, uova, scorza di limone, semi di vaniglia), con aggiunta di crema pasticcera. Il guscio di frolla, disposto in pirottini monoporzione, accoglie le creme e si inforna. Quando si sentirà il profumo invitante di scorza di limone e vaniglia e i risini avranno assunto un colore dorato, sarà pronto.

Dopo averli sfornati, si dovrà attendere che si raffreddino per gustarli al meglio, ancora più soddisfacenti se accompagnati dal vino “Passito di Rosario” Veneto IGT, bianco che si abbina bene alla crema del risino di Verona.

La semplicità delle cose buone non tramonta mai.


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