



Nelly Gastaldelli – Voglio scrivere di una torta intitolata ad una persona particolare conosciuta tra le malghe tirolesi. La Torta montanara è un dolce che nasce dalla fantasia di un’uomo gentile originario di questi luoghi, portatore di disabilità uditiva e problematiche del linguaggio. La sua prima occupazione era quella di operaio agricolo, poi divenne aiuto cucina e infine pastore, amante della solitudine. In qualità di guardiano del gregge era facile incontrarlo durante le passeggiate in montagna. Egli scambiava sguardi e poche parole mal pronunciate ma solo con chi entrava nella sua simpatia. Se rientravi in questa categoria ti poteva anche invitare per un bicchiere di vino e una fetta di torta che, con orgoglio, asseriva di aver imparato a fare nelle cucine dove aveva lavorato. Una torta cotta nella sua stufa in malga e con prodotti poveri e locali. Solo alcuni particolari lo rendevano unico: occhi grandi, profondi e brillanti, baffi bianchi, corporatura minuta. Il “montanaro” aveva un sogno: avere una compagna di vita con cui condividere la quotidianità. Sogno che non fu mai realizzato. In uno degli incontri con un ospite a lui gradito, svelò la ricetta della sua torta, il segreto degli ingredienti era da considerare quasi un tesoro tenuto nascosto per tanto tempo e ora donato. Il dolce, al palato risultava rotondo e pieno di sapore, il burro di malga e la panna delle sue vacche lo rendevano una vera specialità. A completare l’opera dolciaria c’era la presenza della marmellata di mirtilli raccolti nei boschi e le mele succose del frutteto. Semplici ingredienti: 4 mele, 100g farina mandorle, 250g farina, 3 uova, 130g marmellata, 250ml di panna, 7 cucchiai zucchero, 80 gr. burro morbido, 1 bustina lievito vanigliato. Il dolce, dall’ indimenticabile sentore di semplicità riporta a pensare ad una persona di una bontà infinita. Parlare con lui era difficoltoso a causa deli suoi handicap, ed era uno dei motivi per cui nessuno si fermava alla sua malga. Appariva sempre accigliato e quasi scontroso. Ma il suo cipiglio era solo apparenza, in realtà era infinitamente buono, in grado di svolgere tutte le attività manuali senza ricorrere alla tecnologia, il mondo attuale sempre in progresso lo metteva a disagio. Conoscerlo è stata un’esperienza bellissima che si ricorda ogni volta che si sforna la “torta del montanaro”.





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