Barbara Andreis

Barbara AndreisRiccione – La Saviolina è sicuramente uno dei simboli di Riccione. Con le sue vele colorate, rappresenta tutto il calore e lo spirito di accoglienza di questa città della Romagna.

E’ una tipica imbarcazione tradizionale del litorale romagnolo, in legno di quercia, destinata alla pesca. Lunga 11,10 metri e larga 3,46 è sicuramente uno degli esemplari più antichi di questo genere, veloce e stabile anche con il mare mosso. La Saviolina, fu varata nel 1928 a Gabicce, col suo primo nome “Nino Bixio”.

Nasce come imbarcazione a vela, ma la sua costruzione si pone proprio alla fine dell’epoca della vela. Fu dotata quindi di un motore ausiliario, ma non essendo molto potente, la “Nino Bixio” fu fondamentalmente un peschereccio a vela, adibito principalmente alla pesca delle sardine. I proprietari erano infatti fra i più abili pescatori “di sarda” della zona, i fratelli Michelini che vendettero poi l’imbarcazione al comune di Riccione nel 1942, dove continuò ancora per alcuni anni a svolgere l’attività di pesca.

Nel 1944, il fronte di guerra avanzava arrivando vicinissimo alla “Nino Bixio”. Così, assieme a tante barche del porto canale di Riccione fu tristemente affondata, per impedire alle truppe dell’esercito tedesco di appropriarsene, durante la ritirata.

Ma non era ancora arrivata la sua fine, perché anche dal fondo del mare, si può tornare. E fu così. La “Nino Bixio” restò sott’acqua per circa dieci giorni e poi fu recuperata.

Nel 1958 la nota famiglia riccionese dei “Savioli” storicamente legati a Riccione per le loro capacità imprenditoriali nel settore turistico e alberghiero, acquista l’imbarcazione, donandole una nuova vita e immagine. Fu infatti rimessa a nuovo e adibita al trasporto turistico. Cambiò quindi il suo nome in “Saviolina”.

Le sue sventure non finiscono qui. Ci fu infatti un secondo naufragio nel 1964, quando in pochissimo tempo una terribile e potente mareggiata, devastò tutto il litorale romagnolo, e tante barche ormeggiate al porto, furono trascinate addirittura in strada.

La famiglia Savioli decise così di risistemare la barca e di riarmarla come era in origine, una tradizionale barca da pesca, con le sue vele colorate che la contraddistinguono.

Nel 1994 per la Saviolina inizia un terza vita. Viene infatti ceduta in gestione al Club Nautico di Riccione, diventando il simbolo della marineria riccionese.

Negli anni successivi, con la Saviolina si sviluppano molti eventi didattici e culturali legati agli abitanti riccionesi, al turismo e soprattutto alle tradizione del mare della Romagna.

Ma la Saviolina ha una nuova disavventura. Rischia ancora di affondare durante un’uscita didattica, per il cedimento di alcuni corsi del fasciame, ma l’equipaggio fortunatamente riesce a ricondurla in porto a Cattolica.

Dopo questo fatto, l’imbarcazione viene sottoposta ad importanti lavori di ristrutturazione. Con grande abilità infatti, i “maestri d’ascia” riescono nuovamente a donare splendore alla barca, mantenendone le sue linee e forme originali.

La Saviolina è stata esposta in diverse città, anche a Monaco di Baviera per una manifestazione promozionale.

A Trieste viene anche premiata come “imbarcazione che meglio interpreta lo spirito della tradizione”.

La Saviolina come il popolo romagnolo, è fatta di forza e coraggio, di mani che lavorano e che non si arrendono. I romagnoli hanno il sole e il mare nel cuore. La Saviolina come emblema di rinascita che con i colori caldi delle sue vele si mescola ai colori magici del tramonto sul mare d’estate…

“Buon vento e mare calmo” Saviolina!


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