Gabriella Poli – Scrivere in prima persona non è presunzione. Anzi. Nell’intenzione è condivisione di accadimenti comuni accompagnati da riflessioni comuni. Un qualcosa insomma che potrebbe essere sperimentato anche da altre persone nella vita di tutti i giorni.

Non è in nessun modo un volersi mettere in mostra.

Non sono una influencer. Limiti di età e di peso superati da tempo.

Però so scrivere. Conosco l’arte della sintesi. E di solito la insegno nei miei corsi gratuiti di scrittura. Perché credo che scrivere faccia bene anche alla salute.

Fermare nero su bianco quelle sensazioni di breve felicità o di lungo “dolore” è utile.

Soprattutto la breve felicità. Essendo breve è bene ricordarsela nei momenti in cui siamo sopraffatti dalle incombenze, dai torti subiti, dalle umiliazioni… . Essendo rara tende a svanire. Ma quella è la nostra ancora di salvezza.

Ricordare i momenti di gioia ci spinge a volerli rivivere e dunque a superare gli ostacoli.

Dunque scriviamo in prima persona gli accadimenti della nostra giornata e sfogliamo il nostro pseudo diario quando siamo tristi alla ricerca dei momenti di felicità, che non sono perduti ma aspettano di essere ricordati, riletti e ricercati nel passato e nel futuro.

Oggi è il 18 agosto, ed è venerdì.

Inizia domani la pubblicazione della cronaca quotidiana alla ricerca della breve felicità.


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