
Gabriella Poli – Dopo la routine del pasto dei miao miao che, essendo una ventina, implica un bel po’ di lavoro, si esce con la smartina vintage. Scampata alla grandinata perché ricoverata sotto la tettoia, a sua volta distrutta copiosamente dalla sassaiola di ghiaccio, è ferma da troppo tempo e serve ricaricare la batteria. La vecchia signorina rossa modello pulse con tettuccio panoramico, merita un abbigliamento consono. Quindi si dispone un abito antiquato, lungo, largo, nero con stampa bianca e nera. Tutto bene fino a qui. Poi la deriva inesorabile della caldana. Gli insopportabili capelli lunghi vengono raccolti con una pinza. Collana non se ne parla, rossetto nemmeno. E ai piedi? Calzini neri e sandali da “Tedeschia” e “Nederlandia”. Uno spettacolo! Il tocco finale sono gli occhiali da sole “spaziali” bianchi da regina delle nevi. Nonostante tutto ciò non mi ha notato nessuno! Il mio amico Nino, che sorprendo mentre esce dalla lavanderia con in mano la camicia appena ritirata, fatica a riconoscermi. Saranno gli occhiali spaziali. Sarà che sono passata da tempo, per superati limiti di età, nella schiera degli invisibili. La sfida si fa più ardua. Domani oso un cappello a forma di colapasta. Chissà se qualcuno mi noterà! E la felicità? 15 minuti di coccole ai pelosi: Chicchi che mangia solo pollo allo spiedo della Migross (se cambio supermercato se ne accorge e mi snobba), Silvestro, detto Pantalone per il suo buon cuore, che quando mi vede si mette a pancia all’aria, Soraya che mi “impasta” con gli artigli e quando la sgrido, perché oltre a farmi male mi strappa tutte le camicie da notte, ritrae le unghie e fa finta di niente. Dimenticavo i 10 secondi di felicità procurata all’abbattimento violento di una zanzara sul mio braccio sinistro.





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