
Gabriella Poli – La grandinata rompe il lucernario sul tetto. La pioggia torrenziale allaga il sottotetto. L’acqua filtra nell’appartamento e riempie il ventilatore a soffitto. Nessuna impresa è disponibile per la riparazione (tutti impegnati nel rimedio dei danni della sassaiola di ghiaccio). Il salvavita salta e niente corrente. Niente corrente, niente acqua calda, né luce, ne apertura cancello, né tv, telefonino scarico, freezer con gli alimenti surgelati in pericolo…
Panico!
Con le ultime forze dello smartphone chiamo Enel. Il risponditore automatico è insensibile, chiede codici che sono sulle bollette. Ma le bollette non sono più cartacee da tempo. Come recuperarli se il telefono è scarico e il pc pure. Riesco ad accedere per pochi attimi alla bolletta telematica copio il codice Pod lo dico al risponditore Enel. Poi il telefonino muore definitivamente.
Prima felicità: trovo una apparecchiatura charge bank carica per il telefono.
Seconda felicità: parlo con l’elettricista che mi da appuntamento per la mattina dopo.
Terza felicità: alle 21 chiama Enel, hanno ricevuto la segnalazione con il codice Pod. L’addetto promette di passare dopo mezzora. Arriva. Siamo al buio ma lui ha una lampada potente sul casco. Si avvicina al contatore e, forse per magia, il salvavita regge. La luce torna. Probabilmente l’acqua entrata nel ventilatore tramite il soffitto-solaio-lucernario rotto si è asciugata.
Quarta felicità: Il mattino dopo arriva l’elettricista. Smonta il ventilatore pieno d’acqua. La corrente così non dovrebbe più saltare. Gentilmente mi fornisce anche il nome di un muratore disponibile.
Quinta felicità: Dopo un’ora viene il muratore. Sale sul sottotetto toglie il vetro rotto e sigilla il lucernario con una plastica spessa dandomi appuntamento fra qualche giorno per il montaggio del vetro nuovo.
Cinque felicità in due giorni? Quando si gioca al ribasso tutto è sorprendentemente più semplice…





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