Alessandro Zaghini – Rimini – Qualche giorno fa mentre seguivo un dibattito politico hanno presentato le cinque città più pericolose d’Italia. Al secondo posto c’era Rimini, dopo Milano e prima di Roma. Ma perché una città di circa 140 mila anime viene essere messa a confronto con metropoli come Milano, Roma, Bologna, città con milioni di abitanti?

Un tuffo al cuore e un moto d’orgoglio mi ha spinto ad informarmi meglio. Saperne di più, insomma, proprio perché Rimini è la mia città.

Rimini, a mio avviso, è piuttosto tranquilla, quindi mi sono messo subito alla ricerca del metodo utilizzato dai sondaggisti e su quali basi possono dire che una città può essere più pericolosa di un’altra.

Dopo diverse ricerche e qualche telefonata, qua e là, ne sono venuto a capo: il metodo usato dai signori sondaggisti è molto semplice: numero dei reati per residenti, ma questi sondaggi non tengono conto che in estate Rimini si popola di turisti e abbiamo circa un milione di ospiti al giorno (dati istat per i mesi di Luglio e Agosto) ovviamente in quei due mesi è normale che il tasso dei reati cresca, ma il resto dell’anno è una città godibilissima e molto sicura.

Troppo facile così signori sondaggisti! Prima di diffondere i dati delle vostre ricerche, perché non vagliate anche le variabili delle presenze durante l’anno?

Una città che vive soprattutto di turismo, con le fatiche e i sacrifici di decine di migliaia di persone che operano in questo settore, si meriterebbe più considerazione, non di finire in prima serata indicata come fosse la messicana Tijuana, con 138 omicidi ogni 100 mila abitanti cioè la città più pericolosa del mondo. Quando parlate di Rimini e della Romagna, siate consapevoli di quello che state dicendo con i vostri “sondaggiucci”, dietro c’è la vita e l’economia di brave persone e onesti lavoratori!


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