Gabriella Poli – Siamo davvero capaci di esercitare la critica in modo saggio e con animo sincero, in una parola costruttivo? Di esaminare il lavoro o le azioni di altri con onestà intellettuale? Di lasciare da parte l’invidia, la supponenza, il senso di inferiorità, ma anche quello di superiorità, che a volte invade l’ego? Ci siamo mai chiesti qual’è il senso delle parole, il loro significato? I nomi che vengono dati a cose e oggetti rispecchiano onestamente il loro contenuto o sono semplici specchietti per le allodole? E ancora. Quanto influisce la pubblicità sulle nostre scelte?

Temi importanti sui quali sono state fatte riflessioni nell’incontro numero 9 del mio corso di scrittura creativa e terapeutica che si tiene ogni martedì dalle 10 alle 12 al Centro Civico Gandini di Peschiera del Garda.
Partiamo dall’ultima domanda e risaliamo il percorso.
La pubblicità. Il nome stesso indicherebbe che è sempre ingannevole, in tutto o in parte. Tende ad abbellire l’oggetto o il soggetto di cui si parla perché il suo scopo è venderlo, renderlo appetibile e produrre reddito di qualsiasi genere, monetario o intellettuale.
I nomi delle cose o delle azioni. Ad esempio le affermazioni propinate da media e politica (sono la stessa cosa): “si fa la guerra per ottenere la pace”, “c’è un aggressore e un aggredito”, “pericolo di guerra nucleare”, “il clima è cambiato per colpa dell’uomo”, pronunciate a ripetizione come dei “mantra”, riguardanti la situazione della politica contemporanea e ambientale, come sono state affrontate dai cittadini? Nella maggior parte dei casi recepite come un male necessario e una colpa anche personale. Molte di queste affermazioni sono state smentite dai fatti rivelando la loro vera natura quella di giustificare azioni guerrafondaie e di privatizzazione di risorse fondamentali come quelle energetiche e idriche.
Lo spirito critico. Quindi quanto è importante valutare tutto, ma proprio tutto ciò che ci viene propinato come realtà con grande spirito critico. Certo costa la fatica di leggere, di cercare fonti diverse di informazione e di confrontarle: comunque è buona regola sapere che quando troppi media ripetono le stesse notizie è il momento giusto per approfondire. C’è sempre nascosto del marcio in ogni affermazione politica o pubblicitaria. Lo scopo non è quasi mai quello dichiarato sia che si tratti di piccole cose come le promesse ai cittadini in campagna elettroale che di grandi tematiche come la guerra e le risorse.
La parola critica come tante altre, furbizia, diplomazia, medicina e scienza… , vengono usate a sproposito. La prima, spesso per nostri orizzonti limitati non ci permette di vedere oltre la parola stessa dandole un significato sempre negativo. La critica non è nata per questo. Anzi, se esercitata in modo corretto, serve ad affinare il nostro pensiero e a trovare la strada corretta da seguire. La furbizia non è un valore ma un atteggiamento ingannevole quindi disdicevole. La diplomazia idem anche se può evitare conflitti, quindi bisogna saper scegliere il male minore (con spirito critico impegno e ricerca). Medicina e scienza vengono usate per giustificare azioni spesso tiranniche introducendo l’atavica paura della morte, allo scopo di creare profitto per pochi a scapito della salute di molti.
Ne parliamo ancora prossimamente. Bando alla pigrizia e alle giustificazioni. E’ nel nostro interesse riconoscere le azioni di coercizione truffaldina con l’impegno della nostra forza intellettuale che va sviluppata ed esercitata continuamente.





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