Gabriella Poli – Nell’undicesimo incontro del corso di scrittura creativa e terapeutica del 19 marzo “Nero su Bianco” al Centro Civico Gandini di Peschiera del Garda, si è affrontato, tra l’altro, il tema del fuoco amico, sempre più frequente in tutti i campi di lavoro e non, aziende, politica, associazioni e anche non profit. Sarà “compito” per le allieve analizzare le proprie esperienze in materia. Dal canto mio ho recentemente pubblicato un articolo in merito all’argomento su questo blog al link: https://arsartismagazine.com/2024/03/09/quando-saremo-nel-castello-della-tirannia-della-maggioranza-e-del-coraggio-di-chi-sceglie-la-minoranza/.

Il fuoco amico risparmia temporaneamente solo i bulli, quelli che, per invidia, servilismo verso il padrone, senso di impotenza o semplice malvagità colpiscono gli altri, di solito i più apparentemente deboli, che diventano bullizzati.
Sul lavoro si chiama mobbing, e viene giustificato come “fare carriera”, in politica viene ipocritamente definito “necessità di arrivare alla meta per il bene comune…”.
Perché il fuoco amico risparmia solo temporaneamente chi lo spara? Perché l’invidia nasconde sempre l’incapacità, la mancanza di doti professionali o umane e chi colpisce non ha alcuna possibiltà di sostituire la vittima. Poco dopo infatti questi servi, che non sono rispettati nemmeno dai loro padroni soccombono.
Le vittime invece, motivate dai loro valori, solitamente si rialzano. Le loro doti, accompagnate dalla forza creativa sviluppano sempre nuovi progetti e così, si spera, all’infinito.
L’incontro numero 11 ci ha dato modo anche di dare i benvenuto anche a una nuova iscritta, Laura Nardini.





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