Gabriella Poli e Luigi Dalbarba – La poesia di Luigino di Valeggio – Luigi Dalbarba (che pubblichiamo di seguito) mi porta il ricordo lontano di un premio giornalistico ricevuto proprio a Borghetto nell’edizione 2008 del Nodo d’amore. Era l’edizione n. 15 della storica Festa del Nodo d’Amore indetta dal comune di Valeggio sul Mincio e dall’Associazione Ristoratori, alla presenza di 4.500 convitati seduti ad una tavola imbandita lungo il Ponte Visconteo a Borghetto di Valeggio sul Mincio con la partecipazione delle massime autorità locali e nazionali, con 200 giornalisti e televisioni italiane ed estere.

In quell’occasione vennero consegnati i premi giornalistici internazionali “Il Nodo d’Amore 2008” alla scrivente, Gabriella Poli, Roberto Puliero, Sara Simeoni, Emilio Fede, consistenti in una artistica creazione in oro del maestro orafo Alberto Zucchetta, coordinatore del Premio e narratore della leggenda di Malco e Silvia. La Giuria era presieduta da Michelangelo Bellinetti, indimenticato presidente dell’Ordine dei giornalisti di Venezia, assieme ad altri illustri personaggi quali Visconti di Modrone, Romano Bracalini, Cosimo Mezzano, Francesco Gentile e Gianni Veronesi. Il piatto in ceramica, realizzato a Vietri sul mare, che ogni anno viene consegnato ai partecipanti del banchetto sul Ponte Visconteo, era stato disegnato dal maestro Alberto Zucchetta e raffigurava il “Paggio” che tiene in evidenza il modello del Castello Scaligero da offrire agli astanti, come si usava in epoca Rinascimentale. La novità che spiccava, tra gli eventi dell’edizione 2008 era la realizzazione di un’Opera di Teatro Musicale “Il nodo d’Amore” con la regia del maestro giapponese Kuniaki Ida, docente al Paolo Grassi di Milano, che ha firmato altre produzioni come “Il segreto di Mozart”, rappresentato l’anno precedente al Teatro Romano di Verona. L’opera era stata rappresentata in anteprima la sera del 2 giugno 2008 al Parco giardino Sigurtà.

Ecco l’elenco dei premiati del 2008:

Premio giornalistico 2008 “Valeggio e il suo territorio” a GABRIELLA POLI ” – “Per aver scritto sulla rivista Taste vin, diretta da Annibale Toffolo, l’articolo “Il nodo d’amore incatena arte, cultura e gourmand” descrivendo con professionalità, calore e sentimento il ruolo incisivo della leggenda del Nodo d’amore sul tessuto culturale e produttivo del territorio di Valeggio sul Mincio”.

Premio “Sport e cultura” a ROBERTO PULIERO – “Motivazione: “Dividendosi tra Teatro di prosa, Televisione, come creatore di gustosissimi personaggi, e radiocronache vissute al seguito da decenni della squadra di calcio dell’Hellas Verona, trasmettendo al vasto pubblico di sportivi, con innato entusiasmo e sentimento, le gioie e i dolori della squadra del cuore, e, con poliedrica sfaccettatura, facendo rivivere, allietandoci con la sua arte e il suo amore, tutte le più belle commedie di teatro dialettale”

Premio “I miti dello Sport” a SARA SIMEONI – “Motivazione: “E’ stata considerata l’atleta veronese del secolo e siamo sicuri che lo sarà per tanti altri secoli ancora. Era il 4 agosto del 1978 quando, nello stadio di Brescia, Sara raggiunge la vetta di 2 metri e un centimetro altezza che mai nessuna atleta al mondo era riuscita a raggiungere. Un balzo straordinario verso il cielo che l’ha incoronata campionessa al mondo di salto in alto. Ha saltato per ben venti stagioni, dai tredici ai trentatre anni. Sesta alle Olimpiadi di Monaco, con 1,85, seconda a Montreal, con 1,91, medaglia d’oro a Mosca, con 1,97 e seconda a Los Angeles, con 2 metri”.

Premio “televisione” “Personaggio dell’anno” a EMILIO FEDE “Giornalista e personaggio di prim’ordine nel panorama dell’informazione della televisione italiana, gode della simpatia di un vastissimo pubblico per le sue straordinarie doti professionali e per la sua grande spontanea umanità. Nell’assegnarli il prestigioso rionoscimento, la Giuria ha individuato come il sentimento che esprime la Leggenda Nodo d’amore, sia stato interpretato ai livelli più alti dal premiato in ogni circostanza della sua brillante leggendria carriera”.

Luigi Dalbarba

BORGHET E EL NODO D’AMORE

Borghet lé en festa, vist da l’alt lé tuta/ na testa,/ che gira en mes ai antic mur, col gelatí/ en man, g’he/tanta sent./ Nela cort darent al Santuari/ dela Madona

i va a teatro/ che é mes li ala bona,/ en pe, lé tuta/ enmuciada, i omen el col/ i slonga par eder l’ator brao o quaëche bela dona, entant sot l’arc del molin enluminada, gira la rua, par/ ardarla i butign li i se encioda./ Lé na bela manifestasion/ par farghe festa ai tortelign co nantro nom,/ i lá batesá/ Nodo d’amore,/ chi a taola, lé lu el lum dei/ magnador,/ iá maridá i piaser dela taola coi fac/ de cor./ Par de nar endrio de mile/ ani, quand sfiland te ve encontro, el nobil corteo/ coi tamburign/ nei mediovali/ pani, enluminá/ lé el Mens, sot/ le roche, par eder su sátere senegiáda/ la storia…le emosiogn ié mia poche, la/ legenda la conta dei do moros che ela g’há regalá/ en fasol dorá engropá,/ come segn d’amor e el tortelin che par en grop/ el ricorda i do/ moros e i fac/ de cor./ La nsima sul ponte longo fin che su l’acoa,coi artefici ve so na cascada de fogo,/ a contentar dei oc la sent/ g’hè lamp che parti la nsima/ da gnent./ La sera la par empiturada/ da mile fior,/ lé na sinfonia/ de cioch e color, e tra storia…boti…/ roche che brusa, a la sent so/ a Borghet, fa si che i oc i g’he slusa, e fin che le senise dei foghi g’he casca en testa/ i varda i ultim foghi dela festa, darent ai molign, su l’acoa ne sciap/ de bianche anare enmuciade,/ le varda empauride/ le fiamade/ le spera de no/ coser e nar/ a compagnar/ i tortelign sule/ taolade.

BORGHETTO E IL NODO D’AMORE

Borghetto é in/ festa, visto dal castello é tutta una testa, lá fra le antiche mura c’è tanta gente col gelato in mano/ Nel cortile vicino al Santuario della Madonna/ la gente va/ in un teatro improvvisato ed é tutta ammucchiata. Le persone si allungano per vedere l’artista/ o qualche bellezza locale/ Intanto sotto l’arco dell’antico mulino illuminato gira la ruota,/ per guardarla i/ bambini si bloccano./ É una bella manifestazione/ per fare festa al tortellino con un altro nome,/ l’hanno chiamato Nodo d’amore, qui a tavola è il lume dei buongustai,/ hanno sposato i piaceri della tavola con i/ fatti di cuore./ Sembra di tornare a ritroso negli anni, quando/ sfilando viene avanti il nobile corteo con i tamburini nei mediovali panni, illuminato è il Mincio sotto le rocche per vedere su zattere sceneggiata la storia, le emozioni/ sono tante, la leggenda racconta di due innamorati, dove lei ha regalato come pegno d’amore/ un fazzoletto dorato annodato, e il tortellino che sembra un nodo, ricorda/ i due innamorati,/ Intanto dal ponte Visconteo, fin che sull’acqua va avanti la storia/ a far contenta la gente, partono fuochi d’artificio da niente./ La serata sembra dipinta da mille fiori./ É una sinfonia di colori e tra storia, frastuono dei bótti e rocche che bruciano/ alle persone giú a Borghetto/ luccicano gli occhi dal piacere e fin che la cenere/ dei fuochi cade in testa, guardano gli ultimi fuochi/ della festa, vicino ai mulini un gruppo di bianche anatre ammucchiate spaurite, guardano le fiammate./ Sperano di non cuocere e andare ad accompagnare/ il nodo d’amore a tavola.


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