

Gabriella Poli – La musica di jazz freddo, quello improvvisato e amato solo da chi lo suona è, all’inizio, abbastanza piacevole. Per i primi dieci minuti. Poi comincia ad innervosire, soprattutto se si è messi in attesa da un cup dell’ausl per fare una prenotazione. Un messaggio ripete, ogni tanto, che “i nostri agenti sono momentaneamente impegnati per assistere altri utenti e si prega di restare in linea per non perdere la priorità acquisita. Nel frattempo tenere a portata di mano tessera sanitaria, carta e penna per scrivere la prenotazione”.
Ricomincia la musichetta, si attende, nel frattempo un altro messaggio ti informa che “la prenotazione la puoi fare anche con l’app sanità km.0” ma devi avere spid o codice… vattelapesca.
La situazione prosegue ripetutamente e, dopo 31 minuti e 25 secondi di proclami e musichetta, la mazzata. La stessa armonica voce registrata ti dice che “non siamo in grado di accogliere la sua telefonata e a breve interromperemo la chiamata. Riprovi più tardi!…”.
Come reagire se non con un “ma va a… pescare!”.
Non è la prima volta, Non sarà l’ultima.
Dopo aver già provato ripetutamente in presenza nella sede auls dove la sala d’attesa è stracolma di immigrati e dopo un paio di ore che i due sportelli, dei quali solo uno funzionante, sono ancora presi d’assalto, bisogna andare a casa perché il familiare per il quale ti necessita la prenotazione, 90 anni invalido al 100 %, è da solo. Già, perché una badante, sempre trovando quella giusta, (che non rubi, che non parli in “asdrubalico” che sia disponibile anche ad aiutare nei lavori domestici), ormai una chimera, non ce la possiamo permettere e, tra l’altro, il suo stipendio non è neanche deducibile dalle tasse.
Un capitolo a parte, ma che fa parte dello stesso quadro di un pittore maledetto, sono le case di riposo, alle quali, chi non riflette, ti invita a rivolgerti, dal costo proibitivo che parte dai 90 euro al giorno più i servizi vari. Dunque come minimo 1800 euro al mese. Come se un pensionato normale li prendesse di pensione. Mica tutti hanno il vergognoso vitalizio parlamentare o una pensione d’oro da ex amministratore o dirigente!
Dunque no call center, no sportelli auls in presenza, e niente prenotazione esami necessari. E ancora no badante, no casa di riposo, solo qualche aiuto disposto da Comune e Regione, ai quali diciamo comunque sempre grazie perché tutto ciò che arriva è ben accetto.
Però se fai una prenotazione in clinica per una visita a pagamento il posto te lo trovano subito!
Risuona nell’aria il ritornello “Ma va a… pescare!”.





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