Ufficio Stampa – Domenica 8 giugno, a Milano, dalle 15 alle 18, presso la sala Parrocchiale di Via Boltraffio, 21, presentazione del libro del criminologo forense, dott. Umberto Mendola “Genesi del Covid 19: i biolaboratori e le origini del virus”.

Moderatore dott. Luciano Tovaglieri, segretario nazionale di “Ignis fuoco italico”.

Relatori lo stesso autore Umberto Mendola con Andrea Stramezzi, medico indipendente e promotore della libertà di cura.

Il libro, uscito il 25 febbraio 2025, già presentato in diverse città, è stato classificato “Monografia scientifica” dalla Biblioteca Nazionale di Firenze (Ente pubblico), nonostante la forte censura sull’argomento. Vendute a maggio 62 mila copie.

Abstract: “Genesi del Covid-19: I Biolaboratori e le Origini del Coronavirus”

Questo volume contiene la prefazione del Prof. Ugo TERRACCIANO presidente Nazionale CRIMINOLOGI Italiani AICIS e docente presso l’Università di Bologna. “Genesi del Covid-19: I Biolaboratori e le Origini del Coronavirus” è una monografia scientifica di indagine forense che esplora le controversie sull’origine del SARS-CoV-2, mettendo in discussione le narrazioni ufficiali e analizzando il ruolo dei biolaboratori nella sua potenziale genesi. L’autore, Umberto Mendola, criminologo qualificato, adotta un approccio interdisciplinare e investigativo, combinando elementi di criminalistica, virologia, legislazione e bioetica per analizzare a fondo la questione. Il libro si apre con una panoramica sulla storia e l’evoluzione dei biolaboratori, sottolineando il loro doppio ruolo nella ricerca medica e nello sviluppo di armi biologiche, peraltro vietate dalla convenzione di Ginevra. Il Dottor Mendola esamina le principali teorie sull’origine del virus, confrontando la teoria zoonotica con l’ipotesi di una fuga da laboratorio, esplorando le prove e le lacune di ciascuna. Viene analizzato il ruolo della criminalistica nella gestione delle pandemie, evidenziando le tecniche di analisi forense dei virus e il tracciamento dei contagi. Il Criminologo investigatore, inoltre, correda questo volume, di alcune investigazioni e ricerche scientifiche, riuscendo a dimostrare che il SARS-CoV-2 è stato ingegnerizzato in laboratorio, fornendo delle prove inconfutabili sulla sua originaria concezione di arma biologica. Un’ampia sezione è dedicata alla sicurezza nei biolaboratori, alle normative internazionali e agli incidenti passati, con un’attenzione specifica al laboratorio di Wuhan e alle polemiche sorte in seguito alla pandemia di Covid-19. Il criminologo affronta temi etici e legali relativi alla ricerca virale, come la manipolazione genetica e la pratica del “Gain of Function”, e discute le responsabilità degli scienziati e dei governi in caso di incidenti o violazioni della biosicurezza. Il libro getta nuova luce sulle dinamiche politiche e di potere che hanno alimentato le controversie sull’origine del Covid, con un focus sull’indagine del Ministero della Difesa russo riguardo a presunti biolaboratori in Ucraina con finalità razziali. In aggiunta, attraverso il contributo del prof. Joseph Tritto, il testo esplora la complessa origine del SARS-CoV-2, offrendo un’analisi dettagliata delle strategie cinesi nella creazione di virus chimerici, mettendo in discussione la presunta origine naturale del virus. Infine, il saggio scientifico, suggerisce riflessioni e propone miglioramenti nelle normative di biosicurezza (biolaboratori) e una maggiore cooperazione internazionale per prevenire future emergenze sanitarie. “Genesi del Covid-19” è un’opera approfondita, destinata ad alimentare il dibattito su una delle vicende più controverse del nostro tempo, stimolando il lettore a interrogarsi criticamente sulle informazioni ricevute e a valutare la necessità di una maggiore trasparenza nella ricercascientificae nella gestione delle emergenze globali.

Presentazione del Prof. Ugo Terracciano Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Criminologi per l’Investigazione e la Sicurezza

“La questione è molto controversa ed in quanto tale foriera di possibili verità nascoste. Ed è per questo che il discorso può essere declinato anche in chiave criminologica. Stiamo parlando del Covid-19, per antonomasia “il virus”: la malattia che per due anni ha terrorizzato – con maggiore o minore intensità – la popolazione mondiale. Proprio per questo l’infezione è stata definita “pandemica” ovvero diffusiva senza confini, con la comparsa di un agente patogeno nuovo verso il quale, si riteneva, che non esistessero cure efficaci. La controversia ad oggi non è risolta, anzi si arricchisce quotidianamente di voci e contro-voci. Le varie magistrature hanno aperto fascicoli di indagine sulle scelte sanitarie e sull’economia illegale legata alla fornitura dei presidi di prevenzione. Il Parlamento ha istituito una Commissione d’inchiesta per stabilire eventuali responsabilità politiche e giuridiche. Quello che è certo è che, più che il virus, ad essere stata contagiosa è stata la paura della malattia. Una paura tale da rendere accettabile la compressione degli stili di vita sociali, che ha indotto la popolazione a rispettare un generale coprifuoco, che ha comportato la chiusura o la sospensione delle attività produttive e commerciali, che ha indotto la gente ad accettare l’isolamento sociale, che ha giustificato una vaccinazione generalizzata non obbligatoria per legge ma forzata nei fatti dalla prospettiva di non poter più uscire di casa. Ed è sempre la paura che ha favorito il business delle mascherine e dei disinfettanti. Tanto per averne un’idea, uno dei maggiori beneficiari è statoYu Xiaoning, titolare della Dawn Polymer quotata a Shenzhen, la cui quota di mercato nei materiali speciali utilizzati nella produzione di mascherine protettive era stimata al 40%. Il re cinese delle mascherine – ha calcolato il Financial Times – con la pandemia ha visto incrementare il valore della quota di controllo (che condivide con la moglie) di oltre 13,5 miliardi di renmimbi (1,9 miliardi di dollari), nelle sei settimane seguite al 20 gennaio 2020 – quando è scattato l’allarme generale – a oltre 16.800 miliardi di renmimbi. Il titolo dell’azienda in quel periodo si è impennato del 417%, prima di un ridimensionamento sulla scia dei segnali di contenimento dell’epidemia in Cina. Non è l’unico ad essersi arricchito con la crisi pandemica, intendiamoci. Questo per quanto concerne il mercato legale, ma le inchieste delle Procure italiane stanno gettando luce su più di un giro di forniture illegali ed anche su questo si aprono orizzonti di interesse criminologico. Ed è proprio col metodo delle scienze criminologiche che l’autore di questo libro, il dr. Umberto Mendola, criminologo qualificato AICIS, ha affrontato un tema cruciale: come si è sviluppato il virus SARS CoV-2? Qual è l’origine del disastro? Come funzionano i laboratori BSL-4 che gestiscono i virus e i batteri più letali e sconosciuti, spesso privi di cure efficaci? Tali laboratori sono sottoposti a rigidi protocolli di sicurezza per prevenire fughe accidentali o esposizioni non intenzionali. E allora se è di lì che tutto è iniziato – nell’ipotesi sostenuta dalle ricerche del dott. Mendola – come è stata possibile la “fuga” del virus in modo così incontrollato? Ecco l’oggetto dell’indagine del nostro autore, basata – come insegna la criminologia – sull’analisi delle prove, sulla raccolta di elementi a suffragio di una indagine per determinare l’origine dell’agente patogeno e per identificare eventuali responsabilità legali. In altre parole, il testo, intende processare scientificamente gli elementi che possono condurre alla causa effettiva che è stata all’origine del SARSCoV-2. Certo, non esistono prove definitive che il virus sia stato rilasciato da un laboratorio, ma se questa è una ipotesi plausibile la cosa deve essere studiata sulla scorta di criteri oggettivi, col metodo della raccolta delle prove e dell’analisi di ogni indizio concordante. È necessario cioè, come scrive lo stesso autore, effettuare una puntuale analisi forense attraverso la criminalistica, ovvero: analizzare i livelli di sicurezza e di responsabilità nell’ambito dei bio-laboratori; esaminare le normative internazionali e le potenziali violazioni della sicurezza; presentare considerazioni esaustive sulle pratiche scientifiche e sui limiti etici della ricerca sui patogeni potenzialmente pandemici. È questo, in definitiva, il senso di quest’opera del dott. Umberto Mendola: un libro che di sicuro è destinato ad alimentare il dibattito su una delle vicende più disastrose e controverse del nuovo secolo. Buona lettura e buone riflessioni”.


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