
Gabriella Poli – Si ragiona di packaging, cioè l’arte di creare le confezioni dei prodotti in vendita. In particolare ci soffermiamo sul settore alimentare. Per esempio, lo jogurt. Ci si chiede quale mente eccelsa abbia potuto pensare che rivestire il contenitore di plastica con del cartoncino fosse meglio che lasciare la plastica a vista. Si può capire che qualche sprovveduto in materia di riciclaggio possa credere che sia più bello dal punto di vista estetico e che possa attirare il compratore. Ma non è pratico e non è ecologico. Oltre alla plastica, che già si sa essere invadente e distruttiva così si aggiunge la carta, una risorsa ricavata dagli alberi, che vengono sacrificati a questo scopo. Ma non esiste una normativa in materia che limiti ogni spreco? Perché non si riciclano più i contenitori di vetro? Costa di più? Si potrebbe essere disponibili a spendere di più per un servizio di questo genere. Stanchi di vedere sacchi pieni di bottiglie e contenitori di plastica riempire i camion della spazzatura. Si pensi a quanto costa la raccolta e il riciclaggio della plastica in termini economici e di salvaguardia dell’ambiente. Le spese potrebbero coincidere. Ci sono altri motivi economici che spingono verso questo atteggiamento, contrario alla logica. Forse sì. Anzi indubbiamente sì, viceversa non si assisterebbe a questo spreco ignorante.
In materia alimentare poi lo spreco impera. Un tempo, a fine giornata, i reparti gastronomia dei supermercati esponevano la merce avanzata con sconti notevoli. Molte persone ne potevano approfittare con vantaggio. Ora, in nome di una logica economica che va contro il cittadino, i punti vendita preferiscono buttare tutto nella spazzatura. Pare che anche agli stessi dipendenti non sia concesso di approfittare del prodotto in scadenza…





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