Gabriella Poli – La scrittura è comunicazione come le tante manifestazioni dell’arte: musica, poesia, recitazione, pittura, scultura, bella calligrafia, architettura, pensiero alto, eloquio forbito…, tutto ciò insomma che rende l’uomo ricco di intelligenza costruttiva volta al bene comune, alla comprensione del prossimo e del proprio io profondo. Dunque, il corso di scrittura gratuito “Nero su Bianco” dell’Accademia Ars Artis, iniziato il 3 ottobre scorso (in svolgimento ogni venerdì dalle 15 alle 17 nella sede dell’Anps di Peschiera, alla ex caserma di artiglieria), non è solo scrivere ma anche dipingere, imparare ad usare termini desueti, lenti, appropriati, cimentarsi col disegno, con l’elaborazione del pensiero alto, con la declamazione, la poesia… .

Sì l’Accademia Ars Artis ha grandi sogni. Un sodalizio di approfondimento culturale in piena regola dove i sodali possano sperimentare le proprie propensioni, che magari non hanno potuto perseguire durante la vita per le ragioni più disparate.

Qui si può, si deve, per un confronto con se stessi profondo e legittimo.

L’arte non è riservata a pochi, l’arte eleva lo spirito a grandi altezze, rivela quel lato positivo che c’è ancora in ognuno di noi. Perché quando ci si commuove di fronte ad una opera grandiosa vuol dire che non ci si è perduti nella malevolenza comune, nel “pecorame” della maldicenza, del pettegolezzo come abitudine, vuol dire che si è alla ricerca di un modo per diventare egregi.

L’età non conta, anzi più si è attempati, meglio è, per le tante esperienze, per i tanti errori, per la conoscenza delle insidie. Però ci vuole coraggio e voglia di lavorare per noi stessi.

Bando alle pigrizie.

Il famoso “dolce far niente” ce lo possiamo concedere ma con consapevolezza.

Il resto della battaglia della vita deve mirare a superare le nostre piccolezze, a scoprire le propensioni alte, l’ascolto del battito del nostro cuore.

Questo indipendentemente da cio’ che si è fatto o creduto finora. Ci si può essere sbagliati in alcuni momenti con decisioni frettolose, magari dettate dalla paura, dal timore di essere isolati. L’errore è lecito, diceva un vecchio detto contadino ma perseverare nell’errore è da malvagi. Non ci deve interessare se altri vogliono vendere con ogni mezzo la loro malevola mercanzia. Rifugiamoci dentro le nostre benevole attitudini. Cerchiamo di essere creatori egregi di pensiero libero e alto. Guardiamoci dalla comunicazione e dall’intrattenimento dei venditori della tv, dei social, dei giornali, sempre con le dovute eccezioni che si deve imparare a riconoscere.


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