Gabriella Poli – Il gruppo dei corsisti di Nero su Bianco del Venerdì pomeriggio nella sede Anps di Peschiera, si infoltisce. Nel terzo appuntamento di ottobre è arrivato anche Matteo Turra. Oltre al resto, appassionato paracadutista. Il nostro bilancio dunque ora conta sette corsisti in presenza e una ventina sparsi nelle varie regioni.




Si è tornati sui temi soliti dell’osservazione più attenta dei particolari che possono influenzare la comprensione degli accadimenti, ribadito l’importanza delle tradizioni locali, delle lingue, il dialetto e il vernacolo, della eno gastronomia del luogo e anche delle specialità di casa, ovvero della cultura locale a tutto campo.
Si è parlato e discusso di un nuovo argomento, di una nuova forma di comunicazione: la lettura, la recitazione del testo scritto. Per scrivere bene bisogna leggere bene. Non solo lo scritto nostro, per modificarlo, se serve, per emozionarlo, se serve, per arricchirlo. Ma anche e soprattutto ciò che scrivono gli altri.
Leggere libri per capire cosa ci piace, cosa ci corrisponde aiuta a perfezionarci sia nello stile della scrittura che in quello della vita.
Ma è importante anche “come” si legge. Bisogna imparare, se non si conoscono ancora, le tonalità appropriate, interpretare, come si fosse sul palcoscenico, lo scritto, fosse anche una ricetta di cucina.
Leggendo con la giusta intonazione e le giuste pause, il testo acquista un significato importante per noi e per chi ascolta. Cattura l’attenzione. I testi divengono emozionanti se interpretati nel modo giusto. Il teatro insegna. La stessa commedia o tragedia provoca reazioni diverse a seconda dell’attore che recita. Se lo si fa in modo didascalico e impersonale, cioè con una cattiva interpretazione, giunge la noia. Ecco. Quando si scrive per farsi leggere, per condividere ad altri le nostre passioni, in pratica i nostri sentimenti e pensieri, dobbiamo prima di tutto provare su di noi rileggendoci con enfasi, ad alta voce, davanti ad uno specchio, aggiungendo mimica facciale e gesti appropriati. Noi stessi dobbiamo provare i sentimenti espressi nel nostro testo per provocarli anche nel lettore.





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