



Antonio Treviglio – Una domanda della Direttrice dell’Accademia Art Artis, Gabriella Poli,: “perché sei voluto entrare in Polizia e perché vorresti far parte della Stradale?” suscita in me mille emozioni e la risposta si fa complessa.
All’interno della caserma della Scuola di Polizia di Peschiera sono ormai volati quasi 5 mesi e l’idea che avevo della Polizia di Stato come istituzione, in questo periodo, si è consolidata in maniera molto forte. Questo principalmente grazie alla prima persona che ci ha accolto e che si è presentata direttamente a noi, il nostro ex Direttore Gianpaolo Trevisi. Entrando nella scuola ho notato targhe, aule, parole, foto, dedicate alle vittime della mafia e ai caduti della Polizia di Stato, che rendono tutt’ora questo istituto un vero e proprio museo. Nel primo discorso che il direttore ci fece elencò, per nome e cognome, la storia di ognuno di questi eroi al quale è stato dedicato uno spazio per la loro commemorazione ordinaria, in modo tale che nessuno di noi si possa dimenticare mai del loro nome.
Così ho assodato la parola “Onore” e il “Senso di Appartenenza”…
Ciò che mi ha trasmesso un forte senso di fratellanza invece è il rapporto che si è venuto a creare con i futuri colleghi con i quali ogni giorno mi rapporto. Grazie a loro sto capendo il senso della frase “entrando a far parte della Polizia di Stato, entrate a far parte di una grande famiglia”.
Questo l’ho notato tramite semplici gesti, per esempio quando alcune volte mi è capitato di chiedere in prestito le ciabatte per fare la doccia, il dentifricio che avevo finito, l’asciugacapelli, così da affermare tra me e me che quello che ci dicono gli istruttori è vero…“non vi preoccupate perchè tanto ci sarà il collega su cui potrete contare”.
Per quanto riguarda, invece, la mia preferenza sulla specialità della Polizia di Stato, la Stradale, qui non posso che menzionare e ringraziare mio padre per avermi trasmesso questa passione che ha portato con sè sino al suo ultimo giorno lavorativo.
Sin da piccolo, sia nei miei confronti che di mio fratello maggiore, i primi insegnamenti sul codice della strada sono stati redatti da lui stesso, avendo l’accortezza di farci indossare sempre la cintura sia nei sedili anteriori che posteriori. Ci ha sempre tenuto che presenziassimo agli eventi organizzati dalla Questura su cui la tematica principale fosse la sicurezza in strada, e questo spiega le infinite foto a bordo delle moto e delle macchine della Polizia.
Papà mi ha confidato che non pensava scegliessi tale direzione in ambito lavorativo, e sinceramente questo mi ha stupito tanto quanto lui visto il passato… motivo per il quale la sua positività a questa mia decisione è stata il mio punto di forza durante la fase concorsuale.
Ho capito che fosse felice ed emozionato tanto quanto me quando a Roma, una volta saputo l’esito “IDONEO”, ci abbandonammo in un lungo abbraccio.
L’unico dispiacere che provo è il non poter apprendere direttamente questo mestiere al suo fianco, vista la quiescenza giunta ad agosto di quest’anno, però entrambi sappiamo che come gli sto telefonando tutti i giorni per raccontargli quanto appreso dalle lezioni sul codice della strada, farò lo stesso quando mi troverò in difficoltà, una volta che comincerò a lavorare effettivamente.
Infine voglio aggiungere che pur essendo giovane e avendo una vita davanti… caro papà sappi che, semmai dovessi riuscire ad arrivare in alto, non sarò mai grande quanto te, ti voglio bene. Antonio





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