





Valentina Vangelisti – Genova – Un giorno speciale quello di poter ammirare da vicino il veliero “Amerigo Vespucci”, definito la nave più bella del mondo, attualmente nella bellissima cornice del Porto Antico di Genova, dopo essere tornata da un viaggio intorno al mondo iniziato dal primo luglio 2023 terminando i primi di giugno di quest’anno. Ha toccato tutti i cinque continenti, percorrendo quasi 50 mila miglia nautiche e sostando in trenta Paesi; al suo ritorno ha toccato i principali porti italiani.
E’ uno dei pochi velieri antichi a tre alberi ancora in grado di navigare. Varata nel 1931, ha tre alberi con 26 vele di tela olona (tessuto grezzo molto resistente) della superficie di 2635 mq., lunga 101 metri e larga 15,50, vi sono ben 470 persone di equipaggio, che vivono insieme sottoposti alla disciplina militare, impegnati in mille attività.
Tutti i marinai hanno dei compiti: chi è impiegato nell’attività marinaresca vera e propria, chi segue la rotta, chi è in cucina, chi lucida gli ottoni, chi controlla la manutenzione delle macchine.
La prima cosa che colpisce è la Polena in bronzo dorato che rappresenta proprio l’esploratore Amerigo Vespucci e poi si resta affascinati dai bellissimi fregi di prora (parte anteriore) e l’arabesco di poppa di legno coperto d’oro zecchino.
Salendo la scaletta si arriva a bordo e nel ventre della nave, si notano subito quattro timoni che debbono essere manovrati da otto persone contemporaneamente; da una parte ci sono i dormitori degli uomini, dall’altra quello delle donne che svolgono esattamente le stesse mansioni dei colleghi; di giorno, smontate le amache, diventano aule di studio.
Balza agli occhi l’enorme quantità di cordame: chilometri di cime che vengono continuamente trattate dai nocchieri; arrivano tutte dalle corderie di Castellamare di Stabia, composte rigorosamente di materiale naturale vegetale.
Entusiasmante la spiegazione di come si aprono le vele: con maestria un gruppo di marinai sale in alberatura e un altro gruppo da terra tira le cime per spiegarle al vento dando alla nave una visione fiabesca.
Le cucine occupano un posto rilevante in quanto in ogni porto che la Nave Vespucci tocca vengono offerti ricevimenti di rappresentanza alle più alte cariche dei Paesi visitati e dà lustro così a tutto il comparto agroalimentare italiano. I cuochi della Vespucci studiano presso la “Mariscuola Taranto” seguita da un tirocinio a bordo di unità navali importanti; chi eccelle si specializza presso la scuola alberghiera di Senigallia ottenendo la A/R (Alta Rappresentanza). La brigata di cucina, formata da sedici persone, prepara circa 1.200 pasti al giorno più la pizza di mezzanotte per coloro che sono di guardia.
A bordo di questo veliero si formano gli allievi per svolgere la carriera militare in Marina.
Le soste presso i porti toccati non sono servite solo ad esibire la grande bellezza della nave, ma hanno fatto conoscere le eccellenze italiane a tutto il mondo; la Amerigo Vespucci è stata affiancata ad ogni attracco, dal “Villaggio Italia”. Si tratta di una vera e propria vetrina del Made in Italy, che ha presentato la bellezza dell’Italia attraverso la sua arte, la sua cultura, la sua musica, la sua tecnologia ed il suo patrimonio gastronomico. I numerosi stand costituiti da spazi fisici e digitali hanno accolto i visitatori con esibizioni di prodotti, filmati, diapositive e conferenze durante le quali il pubblico ha potuto intervenire dialogando con gli oratori.
In tal modo si è potuto conoscere la cultura, la moda, la creatività, la nautica ed i progetti di sostenibilità che contraddistinguono il nostro Bel Paese, cogliendo qualcosa in più, oltre alla bellezza del veliero e l’orgoglio per la Nave italiana.
La “Amerigo Vespucci” dedica anche un importante spazio alla ricerca svolgendo indagini dell’impatto delle attività umane sul mare attraverso prelievi di acque ed analisi per rilevarvi la presenza di elementi dannosi per la salute e noto è anche l’impegno che indirizza, insieme alle organizzazioni come “Marevivo”, contro le microplastiche. Si rivela così una nave che impartisce una lezione di vita grazie alle persone che vi operano ogni giorno con la loro perseveranza, concetto che si ritrova nel motto della Vespucci “Non chi comincia ma quel che persevera”.
foto di Pierluigi Torielli






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