Arte Archeologia

Milano – Salvo Maria Ruta, disegnare il colore

Milano – Vernissage oggi a Milano alle 18.30 presso l’Officina Coviello di via Tadino dell’artista modicano Salvo Maria Ruta che presenta le sue opere, mondi in miniatura in labirinti senza soluzione di continuità. 

Ha scritto di lui Coviello: “Il disegno è la scrittura della memoria, è l’occhio che ricorda, è la mano che scrive, anzi riscrive quello che ha visto. Il disegno è architettura che gestisce gli spazi tra realtà e fantasia, convoca confini e paesaggi. Lo spazio prende forma e colore nei quadri del Ruta, serpeggia un’arcaica solarità che sarebbe piaciuta a Guttuso che amava anche lui il disegno per contenere quella realtà che il Ruta vuole liberare. Il disegno si espande, crea il pensiero del labirinto. Si potrebbe citare anche Haring, il suo amore per il paradosso, il fumetto la sua adesione al graffito condiviso anche dal Ruta. Una sorta di mappatura quindi che segna la pazienza dello stare insieme dove il segno segna il progetto del sociale. E rimanere puro come un bambino che scopre il mondo.

Ha scritto di lui Gina Avogadro, giornalista e critica d’arte: “Acrilici bianchi e neri come eco di civiltà rupestre, immagini graffitiste alla Keith Haring, pitture fosforescenti d’acqua e fuoco, culto di antiche feste paesane, caselli di sabbia offerti gioiosamente alla risacca, cuore di bambino: Salvo Maria Ruta, così appare, cos’ ricorda irresistibilmente Emir Kusturica, il mago visionario e lucido di “Undergroung”. Dicono infatti che Ruta si diverte a costruire sculture effimere sulla riva del natio mare di Modica, a organizzare d’estate feste di piazza e cabaret musical live, a dipingere qua e là su recinzioni di cantiere o pareti occasionali. Ma egli non è uno street artist e neanche con i suoi “bianchi e neri” un graffitista a rischio gentrificazione. E’ piuttosto un artista totale semplice e complesso. La sua pittura acrilica di paesaggi, agglomerati di casette con i comignoli fumanti, piccole dimore misteriose annegate nel silenzio, ci parla di Pirandello. Altri dipinti fosforescenti d’acqua e di fuoco, paesaggi attraversati da bagliori di sole, sono potentemente isolani, vibrano di similitudine come le pagine di Verga e Camilleri. Un po’ Van Gogh, un po’ Chagall (eh, sì!…quale pittore vi prescinde?) tanto giocoliere dell’immagine, come Kusturica in tutto il suo universo artistico (cinema, musica, etc.) egli ha trasferito nel segno e nel colore la memoria delle sue radici culturali, l’eco della sua terra, di Modica prima e al di là del barocco, risalendo – al di là della Sicilia – fino a Eschilo.

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