Gabriella Poli – Sanremo – Ricordate Marcovaldo di calviniana memoria che per paura di cadere in avanti perdeva l’equilibrio e cadeva all’indietro? Ecco, Sanremo ieri sera ha messo in scena la sua passerella di politically correct.
Dalla celebrazione della nonna di Diletta Leotta al racconto raccapricciante e inopportuno di Rula Jebreal (non era la sede appropriata), alle vecchie zie Rita Pavone, Romina Power e Fiorello che, pur di comparire non sapeva più chi incensare approvando perfino lo squallido spogliarello outing di Achille Lauro.
Pur di cancellare l’impressione sessista e violenta che era trapelata da alcune frasi di Amadeus e dai testi di certi cantanti e performer ammessi al Festival, proprio come Marcovaldo, per non cadere in avanti si è caduti all’indietro.
Ma non era il Festival della canzone italiana? E allora che parli la musica. Non è il palco dei predicozzi, dei buonismi, né delle finte coppie e famiglie felici. Più che altro sembrava una sagra paesana con standing ovation mai così mal attribuite.
Brava Irene Grandi e bella la canzone di Malgioglio cantata da Albano e Romina anche se la coppia continua ad essere fuori tempo massimo.
Meglio un caffé con panna sulla scogliera.
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