Gabriella Poli – Peschiera del Garda – “Siede Peschiera bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi…”. Così scrive Dante nel XX canto dell’Inferno quando riporta la descrizione che Virgilio fa dei suoi luoghi natali e il vagabondaggio della maga tebana Manto, figlia del mitologico indovino Tiresia.
Bello e forte arnese, allora come ora, con la intatta fortezza a forma di stella sull’isola posizionata proprio dove il Garda diviene fiume Mincio che scorre a dissetare le campagne mantovane: “… Ivi convien che tutto quanto caschi ciò che ‘n grembo a Benaco star non può, e fassi fiume giù per verdi paschi…” .
Fortificata nella prima metà del sec. XIV da Mastino II della Scala , data la sua posizione strategica era già stata fortificata dai Romani e nel X sec. era stata munita di un castello, distrutto poi da Ezzelino da Romano.
Ma ora la mia bella Peschiera non può fronteggiare con le mura imponenti e il fossato questo nemico subdolo che viaggia sul respiro di chi si parla, negli abbracci di chi si ama o stringe amicizia dandosi la mano.
Altro che gli assalti medievali con olio bollente, frecce incendiarie e catapulte, o quelli delle guerre d’indipendenza con le cannonate e i moschettoni, o quelle della prima guerra mondiale. Questa è la guerra più terribile che si combatte con armi invisibili e si vince evitando gli amici, i familiari, gli amanti, si vince paradossalmente in solitudine e in isolamento.
Ma anche oggi l’antica Arilica continua a regalare suggestioni nei tramonti sul lago, nei vigneti che la circondano e la fanno ricca di territori fertili e antichissimi.
Città fiorita, è circondata da canali proprio dove il lago si trasforma in fiume. Il territorio è attraversato da piste ciclabili e pedonali che costeggiano il Garda e il Mincio con le quali si raggiungono le vicine cittadine di Lazise, Bardolino,Valeggio.
Possiede vedute meravigliose sul lago e i territori circostanti come si addice ad una vera e propria fortezza. Nel centro storico e nei dintorni ci sono numerosi casermaggi e fortilizi, e, in particolare, la caserma fatta costruire dal generale Radetzky tra il 1854 e il 1857, ora restaurata e adibita a vari servizi pubblici come la biblioteca, l’archivio storico, il museo della pesca, la banda cittadina, sede di varie associazioni, ospita spettacoli teatrali, concerti e mostre d’arte.
Poco lontano c’è la Palazzina storica, ora sede di un museo militare, che, dopo la disfatta di Caporetto, ospitò il convegno interalleato, presieduto da Vittorio Emanuele III. Qui gli alleati fissarono la resistenza lungo la linea del Piave l’8 novembre 1917.
Fuori dal centro storico, sulla direttrice verso Mantova, c’è il Santuario della Madonna del Frassino, meta costante di pellegrinaggi che, tra l’altro, conserva dipinti di pregevole fattura e perfettamente restaurati, di autori veronesi e bresciani, datati tra il Seicento e il Settecento come Andrea Bertanza, Paolo Farinati, Zenone da Verona, Saverio Dalla Rosa.
L’antica piccola Arilica è dunque un luogo pieno di arte, di cultura e di storia che affonda le sue radici nella preistoria, quando i paleoveneti abitarono l’antica Silva lucana e costruirono sul laghetto del Frassino, ora incomparabile oasi naturalistica, le loro palafitte.
Un popolo tenace e orgoglioso quello degli arilicensi, che ama profondamente la propria città.
La ripresa dopo questa spaventosa piaga è inevitabile.
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