Gabriella Poli – Difficile riflettere ad alta voce senza cadere nella retorica. Quando poi la materia di riflessione è l’espressione artistica è quasi impossibile. Critici, storici, sociologi analizzano, catalogano, cercano di spiegare attraverso modelli matematici, l’evoluzione del pensiero che diventa vivo e si trasforma in opere.



Solo alcune di queste sono arte. Molte sono soltanto volgarità e speculazione da parte di chi ne fa un mercato fine a se stesso, nel quale gli artisti vengono sempre sfruttati e ingannati da falsi allori che impediscono loro di crescere. E, se non cresce l’artista, non cresce nemmeno la società che della sua arte fruisce e nello stesso tempo ne è lo specchio. Che nel bello e nel sublime si esalta quando è in equilibrio, si rifugia quando l’orizzonte si rabbuia. Che nei momenti più duri, quando la fiducia nel prossimo sembra svanire, ha bisogno di ricordare che quel prossimo è anche capace di pensieri così elevati e maestrie e sensibilità e abilità che possono risollevare spirito e corpo.
Tutto ciò che sa creare suggestioni, emozioni, che sa affinare il gusto, in un interscambio continuo tra dentro e fuori, tra spirito e materia, tra astratto e concreto, per un tutt’uno semplice ma non semplicistico, essenziale ma non misero, si può chiamare arte.
Per crescere nella consapevolezza di una scienza e una tecnologia, una economia e una finanza più vicine all’individuo, al servizio dell’individuo e non viceversa; perchè furbizia e diplomazia non siano più considerate qualità ma vengano chiamate con il loro nome: truffa e falsità, inganno, cialtroneria ci vuole il pensiero elevato della creazione artistica. E chi si nasconde dietro usi e costumi della società contemporanea mente anche a se stesso.
Ci sono valori primari che sono trasversali a tutte le culture e società, a tutte le epoche. Sono quelli del rispetto della dignità e del diritto di esistere di uomini e animali, di piante e di ambienti naturali che sono anche i luoghi dello spirito. Nello spazio creativo si cela il futuro, l’unica dimensione nella quale l’uomo ha la consapevolezza di vivere.
Gabriella Poli
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