


La Costituzione continua a essere calpestata. Con il divieto al lavoro dei cinquantenni e oltre senza green pass di fatto si è cancellato l’articolo 1 che recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Cancellato di fatto, dal comportamento del governo, anche l’articolo 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Riporto il commento condiviso di un cittadino che scrive: “Lo Stato italiano vieta di lavorare ai cittadini 50enni, sani, che non hanno accettato di sottoporsi ad un trattamento. Chi è sano, negativo e pieno di anticorpi deve morire di fame, mentre chi è malato, senza anticorpi, magari col meningococco che è presente nelle vie respiratorie di gran parte della popolazione, o con la tubercolosi, può. Mentre la maggioranza applaude ipnotizzata dall’elettrodomestico psichiatrico (Tv)”.
Come se non bastasse il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia del parlamento sulla proroga dello stato di emergenza. Senza una ragione sanitaria poiché i contagi sono risibili anche se, nelle settimane scorse, sono stati gonfiati ad arte negli ospedali, tra l’altro su una variante, che sembra dare disturbi di un semplice malessere di stagione.
L’attuale governo e parlamento, alle nostre dipendenze, che dovrebbero agire in favore del popolo non stanno lavorando per noi ma contro di noi.
Stanno lavorando per sé stessi e i loro interessi.
Perché vietando a un lavoratore dipendente di lavorare, spingere un artigiano a chiudere la bottega e un commerciante a chiudere il negozio è come condannarli a morte, privandoli del necessario quotidiano per mantenersi in vita con dignità.
Lo Stato, a questo punto diventa carnefice e inquisitore spingendo i suoi cittadini, che tra l’altro sono anche i suoi datori di lavoro, visto che con le tasse pagano lauti stipendi, a soccombere.
“O offri il tuo corpo per un trattamento sanitario in cui non credi o muori di fame”. Dicono in pratica il governo e i suoi servi sciocchi.
Molti lavoratori hanno accettato di sacrificarsi, per mantenere la propria famiglia.
Ma non basterà perché questo stato vuole di più. Vuole un totale asservimento, ubbidienza a leggi ingiuste.
Vuole che i cittadini siano assuefatti al controllo e pronti a offrire i loro corpi alle prossime sperimentazioni.
Perché questa non sarà l’ultima. E, tra l’altro, non è neanche la prima visto che negli anni ci hanno abituato ad ogni tipo di farmaco-schifezza, cavandosela con un infinito bugiardino di eventi avversi, che nessuno riesce a leggere e a comprendere fino in fondo.
Bugiardini che giustificano ogni avversità compreso il pericolo di morte, talmente paradossali da sembrare inverosimili e per questo non presi mai in considerazione dal consumatore.
Tanto è vero che ci si è assuefatti a fidarsi del medico di base, spesso istruito e formato da master nelle case farmaceutiche che, in cambio di bonus subdoli, riescono a promuovere prescrizioni medicinali a volte superflue.
Le leggi possono essere valide e efficaci ma non giuste. Ma le leggi ingiuste possono essere contestate? Può esserci un sano dibattito tra opinioni diverse e contrapposte?
Pare che questo governo non lo preveda, avendo di fatto dato l’avvio a una guerra civile tra controllori e controllati. Tra cittadini di serie A e di serie B. Affibbiando nomi infamanti e ridicolizzando chi chiede spiegazioni riguardo alle imposizioni sanitarie.
La medicina si è sostituita alla politica e alla religione, i virologi sono i nuovi sacerdoti.
E non importa se dicono tutto e il contrario di tutto, sono sacerdoti ai quali la politica fa riferimento per emanare i propri decreti scellerati che stanno rovinando la nostra economia ma soprattutto la nostra identità e il sentire della comunità.
Viviamo in uno stato totalitarista che applica metodi da ipnosi di massa. Sventiamo questo complotto. Rafforziamo il nostro ideale federalista, rompiamo gli schemi totalitaristi!
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