Racconti brevi

LA LEGGENDA DEL BONSAI GIGANTE: Ho liberato le piante d’appartamento detenute ingiustamente. Il bonsai costretto alla deformità e al nanismo, come i piedi delle antiche giapponesi, ora potrà respirare a volontà. Sono convinta che la loro linfa farà del suo meglio. Dubito invece nella consapevolezza dell’uomo che farà, come al solito, del suo peggio

Gabriella Poli – Stamane sono state liberate le piante d’appartamento costrette da lungo tempo sui mobili e sulla ringhiera della scala interna. Anche il bonsai al quale, da più di quarantanni si impediva di crescere, con delle crudeli potature è libero dalla prigionia.

Non voglio più vedere fiori recisi, né costretti in vasi angusti.

Tutte le piante verranno messe a dimora in giardino al riparo del muro di cinta ad est, dove potranno sviluppare in tranquillità la loro naturale propensione, la loro bellezza. Sicuramente qualcuna non ce la farà ma confido che tutte capiscano la buona intenzione e che evolvano sviluppando le loro capacità di sopravvivenza.

Ho preso questa decisione in un giorno piovoso ma anche soleggiato. Non troppo freddo, non troppo caldo.

Una via di mezzo che parafrasa l’esistenza mediocre ma che nel breve periodo aiuta a fortificare e a prendere la via giusta dello sviluppo, quella della consapevolezza.

Auspico nella consapevolezza delle piante, anzi sono sicura che la saggezza della loro linfa provvederà per il meglio.

Dovrebbe essere così anche per noi ma dubito nella consapevolezza dell’uomo che farà, come al solito del suo peggio… . Malato di vanità e protagonismo, credendosi al centro dell’Universo continua ad essere sbeffeggiato da regni più forti e antichi, quelli vegetali e minerali, la cui sopravvivenza garantisce la vita dell’uomo e non viceversa… .

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