Casadei e il liscio, mazurca, valzer, tango e poi ballo di gruppo, alla grande, una ventina di signore sono in pista e piroettano davanti a Dany che canta su base tutto il suo repertorio. I mariti guardano attoniti le signore, che si lasciano coccolare e sedurre dal bel fieul della bassa mantovana, che, a Ponti sul Mincio le intrattiene alle serate danzanti organizzate al circolo della Proloco.



Dopo due anni di distanziamento, i sopravvissuti alle inoculazioni periodiche, alle maschere spacca polmoni e alle mascherine intossicanti sono finalmente di nuovo in pista.
Non c’è la rotonda sul mare di Fred Buongusto qui a Ponti sul Mincio ma la magia del fiume, che esce da Garda, poco lontano, e si riversa generoso a dissetare le campagne mantovane è palpabile. C’è anche un pregevole castello scaligero* tutto illuminato che sovrasta il campetto dove si svolgono le serate danzanti.
Al baretto due belle ragazze, Vittoria e Monica, gestiscono le comande dei danzanti offerte a prezzo politico. Tutto a misura d’uomo insomma.
*”Il Castello Scaligero, edificato nel periodo compreso fra il 1260 e il 1276, anno in cui è citato per la prima volta nei documenti; viene compreso nelle costruzioni difensive della Signoria degli Scaligeri, a difesa del territorio e ad osservazione della vasta valle precedente il Lago di Garda. Il castrum di Ponti è definito come un “castello recinto”, a forma poligonale ed allungata e racchiuso entro cinque torri, due delle quali vere e proprie costruzioni chiuse da mura, e le altre tre costituenti rientranze del camminamento di ronda. Decaduta la sua funzione difensiva sin dal XVIII secolo, dapprima viene edificato il serbatoio dell’acquedotto (oggi demolito) e l’interno della cinta, viene utilizzato come ortaglia e coltivato sino a tempi recenti. Oggi, dopo accurati restauri, il complesso appare sgombro dalla vegetazione infestante e rappresenta il biglietto di ingresso a Ponti per chiunque giunga in paese”.
Categorie:Racconti brevi