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“Parole sull’acqua. I’m so”. In vetrina il nuovo libro di Gabriella Poli con la prefazione di Emanuele Viscuso.

Gabriella Poli – Finalmente pronto, stampato e in vendita nelle librerie Feltrinelli e sui siti di Amazon, il mio libro.it, Feltrinelli.it etc. il nuovo libro “Parole sull’acqua. I’m so” ispirato da un incontro con l’artista Emanuele Viscuso avvenuto anni fa sull’Isola del Garda. Sono racconti brevi ambientati nei luoghi amati, come il lago di Garda, Sanremo, Sperlonga etc., e reportage degli ultimi viaggi fatti in paesi vicini e lontani.

Sulla copertina del libro uno scatto rubato proprio sull’isola e, sul retro oltre a due parole autobiografiche un’altra immagine molto interessante. Si tratta della monumentale Porta del Paradiso creata da Viscuso (nella foto) a Puerto Escondido, suo “buen retiro”, benedetta da padre Joaquin Rosas Cantù e inaugurata il 15 ottobre 2021, in contemporanea con l’inaugurazione al Quirinale di Roma della Porta dell’Inferno di Gustave Rodin.

Ecco la prefazione di Emanuele Viscuso che presenta la pubblicazione onorandola con le sue citazioni.

Il mio primo incontro con Gabriella Poli è avvenuto nel modo assolutamente magico da me descritto nel racconto che fa da apertura a quelli dell’autrice. Esso, a suo dire, avrebbe ispirato la raccolta e la pubblicazione di questi suoi racconti che lei stessa definisce brevi e accompagnati da reportage di viaggi in luoghi lontani, cosicché ha voluto metterlo per primo. Se da questa cosa sono da un lato assolutamente lusingato, dall’altro la sento come una responsabilità letteraria che mi prende in pieno. Anche perché l’autrice ha voluto usare per questa sua opera non solo il mio racconto iniziale, non solo una mia modestissima ma sentita prefazione, ma anche altre cose derivate da questo nostro incontro e allora potrebbe quasi sembrare un libro scritto a quattro mani, ma non lo è affatto. I racconti, a parte il primo, sono tutti suoi, pur se lei mi cita in almeno un paio di essi. Il titolo “I am so” è effettivamente il titolo del mio racconto ma, come capirete leggendolo, esso mi è stato ispirato da lei. Cosi, con lei che ispira me e io che ispiro lei, la cosa non è poi così semplice da spiegare. E poi c’è la foto in copertina, che è pure frutto e causa di quell’incontro. Non una foto qualunque ma una foto scattata da me per caso e, certamente, non perché facesse da copertina a un libro. O chissà se era un caso! Lo potrete scoprire leggendolo. Si è trattato comunque di un incontro magico che il mio racconto e la mia foto hanno solamente cercato di rappresentare in modo surreale e fantastico, come sempre dovrebbe essere la vita e come forse lo è, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.

Ma andiamo ai “Racconti brevi e reportage di luoghi lontani” di Gabriella Poli, ognuno dei quali si moltiplica producendo altre narrazioni, mentre ognuno dei suoi viaggi è un racconto che si frastaglia in altri racconti, come nelle Mille e una notte, come in Sinbad il marinaio. Ogni racconto è soprattutto un viaggio dell’anima e ognuno di essi è come una foto che per un attimo riprende non solo ogni particolare fisico di un dato momento, ma anche ogni pensiero possibile del protagonista, ogni ipotesi possibile sul suo prossimo passaggio esistenziale. E dura un attimo. Come un flash, come un’istantanea fotografica. I suoi flash sono radiografie del mondo fisico e del mondo spirituale allo stesso tempo, del presente, del passato e del futuro assieme. Una cosa quasi impossibile ma che lei ha fatto. Con dei “flash” come nell’occhio fisso del mio racconto che tra poco leggerete.

Nei racconti dell’autrice riconoscerete una narrativa molto personale con cui Gabriella mi ha stupefatto. I ricordi d’infanzia o la descrizione di un funerale o l’acquisto della casa che fu di Italo Calvino sono solo occasioni per delle radiografie spaziotemporali che rivelano spettri complessi e semplici allo stesso tempo. La ricerca dell’amante con sorpresa finale che non rivelo qui è tragica e divertente allo stesso tempo. La spiaggia dei topless potrebbe essere un facile racconto erotico ma è ben altro. Ma si parla anche del Festival di Sanremo e dell’amore fra un uomo e i suoi cani, che mi ha ricordato “Cane e padrone “ di Thomas Mann. E poi tanti ricordi mischiati a feeling attuali, gare ciclistiche, l’importanza della bellezza, che è armonia e si ripercuote sul sociale, l’amore per gli animali, fossero anche gabbiani affamati che ti rubano il cibo, incontri con i disperati frutti di un sistema sociale sbagliato, il futuro come dimensione ideale.

Quanti spunti, quanti flash!

Nella “Leggenda del bonsai gigante”, attraverso la fito-liberazione il flash è sul concetto di liberazione in generale. In queste piante “liberate” ci puoi rivedere la liberazione degli ebrei schiavi in Egitto o l’arrivo dei russi a liberare gli ebrei dai campi di concentramento nazisti.

In “Una fantastica sorpresa! Sorvolando la vita a bordo di un aeroplanino blu” aprendo un uovo di Pasqua ti si rivela, come sorpresa, non tanto l’aeroplanino di plastica come regalo dentro l’uovo, ma tutto il mondo e tutta la tua vita, amici e nemici, che con quell’aeroplanino sorvoli in un attimo come dicono che nel momento della morte facciamo tutti rivedendo tutta nostra vita in pochi secondi.

Ne “Il tempo del Liscio al castello di Ponti sul Mincio” il flash riguarda una normale serata in balera dove mogli e mariti si riprendono la loro voglia di vita post pandemica con un occhio al divertimento e l’altro al seducente ballerino che le intrattiene nella danza di liberazione. Che poi il tutto avvenga all’ombra di un antico castello scaligero lo rende ancora più evocativo.

Il racconto “Metti una sera a cena alle Veline di Broglie” mi ha ricordato le uscite al ristorante con l’autrice: quando andai a trovarla cercavamo ristoranti e trattorie semplici come questa, dove mangiare bene spendendo il giusto, posti onesti senza pretese ma dove essere felici con poco mangiando bene come quando a cucinare in casa erano le nonne e le zie. E mangiare bene ditemi se è poco! Anche lì il cibo è solo l’occasione per flash sugli altri avventori e ricordi personali vividi come l’effetto di una ciliagina sotto spirito.

Ne “Il numero perfetto” si riconoscono tutti quelli che amano o hanno amato. Il numero perfetto è sicuramente il due! Anche se alla fine, imperfetto ma prevalente, a vincere è il tre. Non occorre che spieghi…

“Ho sognato Lumen, la figlia che non ho mai avuto” mi ha davvero commosso quando in poche righe l’autrice descrive l’intera crescita di una figlia mai nata che compare e scompare in età diverse, mai parlando ma quasi sempre sorridendo un sorriso enigmatico come il mistero della vita e della non vita. Chi non è mai nato è forse da qualche altra parte in un altro universo? I nostri sogni sono irreali qui ma sono realtà in altre dimensioni? Mi ha fatto pensare a tutti i sogni trasformati in occasioni letterarie da grandi autori del passato da Antonio Machado con la sua poesia “Parabolas” a Ezra Pound con la sua poesia “Song”, così breve che vale la pena citarla”:

“Love thou thy dream
All base love scorning,
Love thou the wind
And here take warning
That dreams alone can truly be,
For ’tis in dream I come to thee.”

“Ama il tuo sogno: non accontentarti di nulla d’inferiore.
Ama il vento
e qui stai attento:
solo i sogni possono esistere veramente.
Per questo in sogno io vengo a te.”

Emanuele Viscuso 5 settembre 2022

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