Cultura

Premio “Salento da comunicare” per salvare un paradiso minacciato dalla Tap

Gabriella Poli -Verona – Orgogliosa del “Premio Salento da comunicare” ricevuto ieri nella giornata inaugurale al Vinitaly 2017 di Verona dagli amici del Salento e in particolare dalla giornalista Carmen Mancarella, direttore della rivista Spiagge. Il premio conferito anche ad altri colleghi come Jimmy Pessina e Maurizio Drago, alla presenza dell’oncologo dott. Antonio Santo, presidente di Fonicap, del sindaco di Guagnano, Fernando Leone e del presidente dell’Associazione Sogno Salentino di Verona, Diego De Carlo, è arrivato in un momento molto delicato per gli abitanti di questo straordinario territorio minacciato dalla TAP,  Trans Adriatic Pipeline, che da Bakù, in Azerbaijan, porterà in Europa centrale 1 miliardo di metri cubi di gas per 50 anni.

Il terminale in Italia dovrebbe sorgere su una delle più belle spiagge italiane in Puglia: San Basilio a due passi da San Foca con un impatto ambientale e paesaggistico disastroso. Non viene contestato il progetto ma la scelta inopportuna del sito. Contrari la popolazione, che si sta battendo col comitato No Tap, l’amministrazione locale e il neo governatore Emiliano.

Questo tratto di costa era già stato insidiato nel ’82 dalla centrale a carbone di Cerano, un ecomostro capace di rilasciare nell’aria 1/3 del biossido di carbonio immesso nell’atmosfera dall’economia nazionale, ovvero la centrale termoelettrica Federico II dell’Enel, la più grande d’Europa e considerata la più inquinante del mondo.

Entrata in funzione nel 1990, nonostante un referendum che l’aveva bocciata, si dice sia responsabile di un aumento vertiginoso di tumori nelle provincie limitrofe.

“Questa centrale, che dista da San Foca una cinquantina di chilometri, – dice l’oncologo, dott. Santo – dovrebbe essere riconvertita a gas e allora ci si domanda perché non far approdare il gasdotto il più vicino possibile evitando così di rovinare un’altra perla del Salento come quella della famosa spiaggia del comune di Melendugno e del suo entroterra perché comunque il gasdotto attraverserà tutto il Salento fino a Mesagne dove si trova lo snodo Snam”.

In questa vicenda ci sono strane coincidenze, troppe. Per esempio poco prima dell’approvazione da parte del governo del progetto, gli ulivi del territorio, destinato all’attraversamento si sono ammalati di xylella, una epidemia che ha toccato esclusivamente il percorso ipotizzato dalla Tap e che si è fermata a Oria, dove c’è lo snodo Snam.

“Singolare – dice il bravo collega del Corriere Salentino.it, Oronzo Perlangeli, dal quale ho raccolto alcune informazioni e col quale concordo sulle conclusioni – come nel momento giusto (per il progetto Tap) sia piovuta sul percorso una strana malattia che smantellerà centinaia di ulivi che avrebbero senza dubbio ostacolato, rallentato, se non deviato, il percorso del gasdotto fino a Mesagne”.

“La partita è aperta – sostiene il sindaco Leone – i cittadini si oppongono all’espianto degli ulivi sul tracciato interessato dalla Tap così come si erano battuti a suo tempo contro la centrale di Cerano”.

“Ma – continua Santo – la mala informazione dà notizie devianti sulla necessità che la tap approdi proprio a San Foca e non più vicino alla centrale di Cerano in un territorio già compromesso. I veri interessi sono nascosti da chi muove le fila di questo affare che appare sempre più oscuro”.

“Bisogna considerare inoltre – dice Carmen Mancarella – che il territorio vive esclusivamente di turismo se lo roviniamo di cosa vivrà la popolazione? Ma noi proseguiamo con la raccolta di firme in ogni occasione ci si presenta. Dopo quelle raccolte alla Bit, 180 fra giornalisti e operatori del turismo ci sono quelle che stiamo raccogliendo tra i maggiori produttori vitivinicoli della Puglia proprio al Vinitaly”.

Tutti ci dobbiamo preoccupare perché le ricadute dell’impoverimento del Salento gravano anche sui cittadini delle altre Regioni.

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