Gabriella Poli – Cavalieri guardiani – «Eccola, arriva» – disse Francesco, discendente del Terribile Rosso di Malta, quando avvistò il vortice dell’ottava nota che stava per risuonare e indicare il percorso da compiere per arrivare a Rok, l’isolotto magnetico che custodiva il segreto potere della musica. Il cavaliere, che vigilava dalla torre del castello di Chambray si affrettò ad avvisare il suo confratello Mike, che avrebbe dovuto guidare, come ogni anno in quel periodo, il luzo maltese fino a Rok, sfruttando l’energia del canto dell’onda magnetica.
Mike era profondo conoscitore, come lui, delle scienze occulte che, tra l’altro, permettevano loro di comunicare perfettamente per via telepatica senza bisogno della moderna tecnologia. Né telefoni cellulari, né radio erano necessari a Mike quando solcava il mare poiché Francesco gli indicava con la forza del pensiero la rotta da seguire. Tra i due si era instaurata la consuetudine di un gioco che li portava anche a distanze considerevoli senza radar o bussole. Francesco era astronomo e matematico, esperto conoscitore planetario e sensitivo. Il suo fratello d’arme e di conoscenze occulte, Mike, era anche uomo di mare. Ultimi discendenti di nobili famiglie avevano compiuto gli studi sotto la guida di un precettore molto speciale, il maestro Norbert, l’ultimo cavaliere guardiano del castello di Chambray, di proprietà degli antenati di Francesco, che li aveva avviati ai segreti secolari della sua casta. Erano informazioni sconosciute agli altri abitanti dell’isola del mediterraneo occidentale. Il rincorrersi dei venti e delle maree avevano dato all’isola una forma di stella la cui coda di corrente lucente, che iniziava all’estremità di un molo naturale a forma di drago, terminava in un isolotto perennemente circondato da una nube di densa foschia che lo rendeva invisibile a chiunque ignorasse la sua esistenza. Quell’isolotto era collegato da un canale di energia al castello dei Cavalieri che ne erano i legittimi proprietari e custodi. L’isola madre era tutta bianca formata da roccia tenera che veniva tagliata e usata per costruire le case dissimulate perfettamente tra gli oleandri e i fichi d’India, così che, in passato, era sfuggita più volte alle incursioni dei pirati. I Signori del Castello erano protettori dell’isola e ne tutelavano storia e segreti. Della gloriosa stirpe di quegli antichi Cavalieri, che vivevano sul globo, Francesco e Mike erano tra gli ultimi discendenti. Quando non erano in viaggio alla ricerca di opere d’arte dal significato esoterico o di reperti antichi, che venivano battuti nelle aste di tutto il mondo, passavano le loro giornate ad esercitare le facoltà telepatiche insegnate loro dal precettore, cavalier Norbert, un maestro dalle facoltà straordinarie che conosceva la musica dell’universo e i segreti dell’armonia. Da una decina d’anni, da quando Norbert era morto centenario, Mike e Francesco cercavano, senza successo, un giovane discepolo a cui trasmettere le loro conoscenze. Ormai cinquantenni erano però ancora forti e vigorosi, oltre che bellissimi. Perfettamente aderenti allo stereotipo delle leggende che li circondavano erano possenti, pelle chiara, e lunghi capelli biondi, occhi azzurri che a volte si incupivano con i riflessi delle nuvole dense di tempesta e prendevano i bagliori del lampo. Le donne del posto li guardavano con bramosìa ma per evitare complicazioni, dato che l’isola era molto piccola, riservavano le loro attenzioni solo a turiste che se ne sarebbero andate dopo poche settimane. Spesso si ritrovavano per scambiare due chiacchiere con i compaesani più interessanti, uomini dall’abbigliamento piratesco, al Bar sul porto di Mgar. Sulla spianata del Castello che dominava la Baia del drago, esercitavano invece le antiche arti marziali per tenersi in perfetta forma e conservare il vigore fisico e mentale.
(continua La Sinfonia 7 )
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